domenica, Luglio 20, 2025
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«SCANDALO RIFIUTI, ECCO IL PERCHE’ DELLE ACCUSE A BASSOLINO»

«Ci hanno accusato di aver impiegato due anni per chiudere l´inchiesta, l´emergenza rifiuti però va avanti da quattordici anni, mica da un giorno. E la nostra indagine configura una truffa di proporzioni enormi: sul piano economico ma soprattutto per i danni che ancora oggi la città di Napoli e la regione Campania sono costrette a sopportare». Il processo ad Antonio Bassolino e agli altri 27 imputati dell´inchiesta sul ciclo dei rifiuti, assicura il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore, non sarà «politico», come temuto dalla difesa, e non sarà l´ultimo procedimento che prenderà in esame gli aspetti della crisi sulla quale il mondo intero si indigna.

Procuratore Lepore, si può dire che la drammatica situazione di questi mesi è figlia dei comportamenti finiti nell´inchiesta che coinvolge il presidente della Regione e gli ex vertici di Impregilo?
«La Procura di Napoli ha indagato sulle autorità che hanno predisposto un sistema per lo smaltimento dei rifiuti rivelatosi ben presto inefficace. L´errore più grande è stato scegliere quella strada e quell´appalto che, pur attribuito a una delle principali imprese italiane, non ha funzionato. Gli impianti di cdr non hanno prodotto materiale a norma, il termovalorizzatore non è entrato in funzione e tutto il sistema ha accumulato ritardi. Sono stati spesi milioni di soldi pubblici, Impregilo ha accumulato crediti, a seguito di mancati pagamenti da parte dello Stato, di cui la Procura ha ottenuto il sequestro. E adesso siamo al collasso».

Bassolino lamenta però di non essere l´unico responsabile della crisi.
«Da questo punto di vista non ha tutti i torti. Una cosa sono le responsabilità di carattere politico, che non spetta a me giudicare, altro discorso è il risvolto penale sul quale è compito nostro svolgere indagini. Ma il rinvio a giudizio del presidente della Regione non chiude l´azione della Procura sulla materia dei rifiuti. Noi non ci fermiamo, anzi andiamo avanti, c´è molto ancora da fare».

Su quali filoni sono in corso altre inchieste?
«Nel merito naturalmente non posso entrare ma i filoni sono diversi, a cominciare da quello che riguarda le discariche».

Come replica a chi individua fra le cause dell´emergenza anche alcuni interventi della magistratura, come il sequestro degli impianti di cdr?
«Dico che è vero il contrario: quando abbiamo agito abbiamo sempre cercato di contemperare le esigenze di giustizia con la necessità di evitare situazioni che potessero mettere la città con le spalle al muro. Questo nella speranza che, dalle autorità preposte, arrivasse un intervento risolutore. Non è accaduto, e ancora oggi, mentre lei ed io stiamo parlando, nelle strade ci sono cumuli di spazzatura».

La difesa di Bassolino parla di processo che, «per i risvolti e le speculazioni che lo hanno riguardato, è diventato oggettivamente politico anche se questo non era nelle intenzioni della Procura». E il governatore definisce «ingiuste e infondate» le accuse. Lei come risponde?
«La Procura è convinta di aver portato avanti accuse tutt´altro che infondate, naturalmente ci rimettiamo ora al vaglio del Tribunale. Quanto al processo “politico”, questo può essere accaduto sui media, non nelle aule di giustizia. Il dibattimento non sarà politico come non lo è stata l´udienza preliminare».

Secondo lei il governatore deve dimettersi?
«Non è una domanda da fare a me. Il mio ruolo è un altro».

Procuratore, la decisione del gup è anche una risposta alle accuse di inerzia che avevano colpito il suo ufficio?
«Gli attacchi di questi mesi ci hanno fatto male, perché sapevamo che erano ingiusti. La Procura di Napoli si occupa di questioni legate ai rifiuti sin dal 1993. Questa poi era un´indagine complessa, devo dare atto ai due colleghi, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, di aver svolto un lavoro straordinario. Tutto l´ufficio ha fatto squadra. Ma non è il caso di cantare vittoria per l´esito di un´udienza preliminare. Bassolino per noi è un imputato come tutti gli altri».



Dario Del Porto

Repubblica.it – 3 MAR 2008