Nella ricostruzione della Procura il doppio giro del traffico di scorie pericolose dal Nord al Giuglianese
QUALIANO – Non una ma due rotti differenti. Sono le strade dei rifiuti tossici su cui indagano Procura di Napoli e carabinieri del Noe. L’inchiesta – affidata al pubblico ministero Maria Cristina Ribera – prende in esame la nuova tipologia di reato del decreto Ronchi che riguarda il traffico illecito di rifiuti.
Il primo filone – che riguarda 7 indagati su 13 complessivi – vede coinvolto un uomo di marcianise, accusato di essere “l’intermediario della raccolta, del trasporto, e dello smaltimento di rifiuti”. Si indica poi nelle società Cepi ambiente sas di Marcianise e Rossi di Garate Smaltimento srl di Fiumicino i luoghi dove i rifiuti hanno fatto un passaggio “intermediario”. Sempre il pm ritiene che la destinazione finale per lo smaltimento siano stati i siti della Igemar sas di Qualiano. Pm e carabinieri sostengono che i fatti sino accaduti fra Qualiano e Giugliano in epoca recente, dal sedici dicembre scorso.
Per il secondo filone – che vede indagate le altre 6 persone coinvolte – i rifiuti si sarebbero fermati in un primo momento alla Recycling Italia di Roma e poi presso la Pozzolana Flegrea di Varcaturo.
I SIGILLI, lo ricordiamo, scattarono venerdì scorso (28 marzo 2003). Furono chiusi 5 siti di stoccaggio e alcune cave del Giuglianese dove venivano smistati illegalmente i rifiuti tossici provenienti dal Nord. Tredici le persone indagate, diverse ditte di smaltimento inquisite, diverse le perquisizioni nelle sedi delle aziende. Tra le ditte, emergono la Igemar di Qualiano , la Pozzolana Flegrea con sede a Bacoli e Varcaturo e la Pellini di Acerra.