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domenica, Maggio 5, 2024
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Agguato a Casal di Principe: ucciso pentito eccellente alla vigilia della sentenza Spartacus

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Le prime initimidazioni erano arrivate a Michele Orsi nelle scorse settimane: ignoti avevano sparato colpi di pistola contro la porta d’ingresso della sua abitazione. Giovedì Orsi avrebbe dovuto deporre in un altro processo sulle irregolarità dello smaltimento dei rifiuti.



Saviano: “Era il Salvo Lima della Camorra”.
Roberto Saviano è lo scrittore di Gomorra. Vive scortato dalla polizia da quando ha dato alle stampe il suo libro sulla malavita napoletana: “E’ un gesto grave quello che è accaduto oggi a Casal di Principe. Il clan ha alzato il tiro. La vittima era il Salvo Lima della Camorra”, come dire l’anello di congiunzione tra la politica e la malavita organizzata. “L’omicidio – spiega Saviano – è un messaggio chiaro in vista della conclusione del processo Spartacus, paragonabile per importanza al maxiprocesso di Falcone e Borsellino. La camorra ha paura delle condanne e dell’indignazione che le sentenze potrebbero sollevare. Una reazione che finirebbe per rallentare i suoi loschi affari”.


Vendetta trasversale. Appena ventiquattro ore fa, i killer hanno sparato a Villaricca, nel Napoletano, contro Francesca Carrino, 25 anni, nipote di Anna Carrino, la compagna del capo storico dei Casalesi Francesco Bidognetti, anche lei collaboratrice di giustizia. Una vendetta trasversale decisa dalla camorra per far tacere “chi parla troppo e tradisce il clan”. “La camorra deve essere sconfitta”, aveva detto al Tg1 Anna Carrino. E rivolgendosi al compagno Francesco Bidognetti: “Non pensare più a te stesso, devi pentirti. Porta via da Casal di Principe i nostri figli”.


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“Morte contro i pentiti”. L’episodio è solo l’ultimo di una campagna avviata negli ultimi mesi dai Casalesi contro chiunque si metta di traverso: una vera e propria strategia del terrore che vuole fare terra bruciata attorno ai pentiti. Il 2 maggio scorso, a Castelvolurno, fu ucciso Umberto Bidognetti, colpevole solo di essere il padre del pentito Domenico, mentre il 16 maggio a cadere sotto i colpi dei killer fu l’imprenditore Domenico Noviello, testimone di giustizia, che nel 2001 aveva trovato il coraggio di denunciare gli autori di un’estorsione ai danni della sua azienda.


“Con la camorra o con la legalità”. Proprio ieri, a Castelvolturno, si è svolta una marcia in ricordo del sacrificio dell’imprenditore. “Casal di Principe, Castelvolturno, l’Agro Aversano, la provincia di Caserta, – hanno detto i manifestanti – devono scegliere se voler continuare a rappresentare il popolo della camorra o il popolo di Domenico Noviello e don Peppe Diana”, il sacerdote impegnato nella lotta contro il dominio della camorra, ucciso 14 anni fa nella sacrestia della chiesa di Casal di Principe.

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