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lunedì, Giugno 17, 2024
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BORGHESIA COMPLICE

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Un articolo di Angelo Panebianco, pubblicato un paio di mesi fa sul Corriere della Sera, ha acceso il dibattito sulla borghesia napoletana. In poche battute, l’editorialista invitava la classe media a scendere in piazza contro la disfatta della città in ginocchio a causa dell’emergenza rifiuti. Nel confronto che ne è seguito, si è a lungo discusso della formazione della classe media, del suo ruolo e della necessità o meno di prendere in considerazione quell’invito. Si potrebbe fare lo stesso, qui in provincia? Si potrebbe chiedere alla borghesia di farsi carico del baratro morale in cui siamo caduti? No, e ve lo spiego in poche battute. Perché è la borghesia, dalle nostre parti, a beffare ogni giorno la legalità. Perché (salvo rare eccezioni) ai professori, avvocati, medici, ingegneri, professionisti che si riempiono la bocca col «territorio», «il rilancio del territorio», «il bene del territorio» non interessa nulla del posto in cui vivono, se non limitatamente ai propri interessi. Una borghesia poco orgogliosa, pronta a fare le cose che non dice e a dire le cose che non fa. Come gli amministratori coi quali siamo costretti a confrontarci e il cui acume politico è, in molti casi, direttamente proporzionale alla preparazione linguistica. Cioè zero.

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