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sabato, Giugno 22, 2024
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agro aversano, allarme microcriminalità

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dal corrispondente


AVERSA – .Coppia affiancata da un branco di albanesi, rapina e stupro. Lusciano. Donna viene affiancata da alcuni malviventi che tentano di violentarla, riesce a scappare riportando solo qualche contusione. Teverola. Rapina. I malviventi rubano la macchina ad un operaio di 32 anni. Fringnano. Coppietta fortunosamente riesce a farla franca a un tentativo di rapina. Orta di Atella. Picchiato a sangue e rapinato della machina.


Quelli appena citati sono solo gli ultimi casi di microcriminalità perpetrati nell’aversano. Reati commessi nel raggio di pochi kilometri e raccolti in un arco di tempo che non supera i tre giorni. Sono anni ormai che il fenomeno sta dilagando e Aversa sembra aggiudicarsi sempre di più il primato di pericolosità. I reati denunciati più di frequente sono la rapina, auto di lusso o meno, ma soprattutto scooter, facilmente riutilizzabili poi per un commercio tutt’altro che lecito. Sembra andare, almeno apparentemente, meglio invece la situazione per quanto riguarda altri paesi dell’agro aversano quali Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casepesenna, dove in verità il fenomeno della microcriminalità, probabilmente per motivi nient’altro che confortanti e riconducibili in ogni modo alle organizzazioni macrocriminali, non ha mai raggiunto tassi altissimi. Qui i reati sono meno numerosi e avvengono in periferia più che altro.
Le cronache degli ultimi giorni comunque, riportano fenomeni agghiaccianti di aggressioni e violenza sessuale. Episodi che fanno raggelare il sangue addosso. Proprio ad Aversa si è verificato il caso che di più ha sconvolto l’opinione pubblica. La coppia, lei 23 anni di Teverola, lui 24 anni di Caserta, si era appartata nei pressi dell’ippodromo Cirigliano dopo aver mangiato una pizza. L’orario sicuramente non era dei più sicuri, nemmeno il posto, ma i due certamente non si aspettavano un esperienza del genere. Dopo essere stati derubati, sono stati letteralmente sequestrati dai malviventi e mentre il ragazzo veniva immobilizzato lei è stata brutalmente stuprata. È andata relativamente meglio alla trentacinquenne di Lusciano che solo qualche giorno dopo e non molto distante dal luogo appena descritto si è ritrovata in una situazione non meno terrificante. Mentre percorreva a piedi la strada che da Parete porta a Lusciano, è stata accostata da quattro uomini che dalla macchina gli hanno fatto qualche avances. Niente di strano fino ad allora, la donna ha continuato a camminare ignorando i maldestri corteggiatori. Il gesto però non è piaciuto a loro che ad un tratto hanno tentato di afferrarla e trascinarla in auto. Nella colluttazione per fortuna la malcapitata ha avuto la meglio e raggiungendo il centro del paese, in lacrime e con qualche piccola ferita è riuscita ad attirare l’attenzione di qualche passante. In maniera analoga una coppietta a Frignano che si era appartata nei pressi di via Campo sportivo, grazie ai riflessi pronti del ragazzo è riuscita a scappare a quello che era un apparente tentativo di rapina ma che avrebbe potuto portare ben altre conseguenze.
Se questi rappresentano dei casi limite comunque, le rapine o i tentativi di violenza al commissariato di polizia di Aversa e alla stazione locale dei carabinieri, vengono denunciati in maniera giornaliera con una costanza impressionante. I cittadini cominciano ad avere sempre più paura e le coppiette, che da sempre hanno cercato di ritagliarsi nel caos cittadino il loro piccolo angolo di intimità, iniziano a confluire di più verso il centro abitato.
Loro intanto, i malviventi, agiscono ogni giorno, e se è vero che le forze dell’ordine fanno tutto il possibile per bloccarli, in relazione ai reati commessi, l’identificazione e gli arresti rimangono davvero pochi. Provengono da paesi limitrofi spesso, dallo stesso agro aversano a volte, anche se nella maggior parte dei casi arrivano dall’hinterland napoletano, da Melito, Secondigliano, Giugliano o Sant Antimo. Sono veri e propri pendolari del crimine. Ragazzi giovanissimi a volte che in età adolescenziale conoscono già molto bene le regole non scritte della malvivenza e che maneggiano le armi meglio di ogni altra cosa. Ma i “soliti ignoti”, sono anche extracomunitari, albanesi per lo più, che scappati per disperazione dalla loro terra di origine giungono in Italia senza più ideali da difendere e senza nessuna dignità da preservare. Si muovono in branco, come i lupi, con la stessa determinazione e la stessa spietatezza e agiscono in maniera cruenta in nome di una rabbia che non trova un posto a sedere e che va sfogare la sua potenza contro l’innocenza, contro chi non ha nessuna colpa.

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