Si picchiano con violenza usando anche pietre e bottiglie, e tutto questo solo per stabilire chi debba prendere possesso di quell’angolo di strada tra via Domiziana e via Ripuaria, dove ogni giorno decine di clienti si fermano per comprare prestazioni sessuali. L’assurda rissa che venerdì pomeriggio ha coinvolto cinque prostitute nigeriane, di età compresa tra i 20 ed i 27 anni, e bloccato il traffico per ore, è stata sedata dai carabinieri che giunti sul posto,hanno arrestato le giovani. Ci sono volute diverse ore perché i militari della stazione di Varcaturo, con il maresciallo Michele Membrino e il capitano Alessandro Andrei, riuscissero a far defluire il traffico di auto che si erano fermate per assistere all’indecorso spettacolo. Vestiti strappati e volti sfregiati, le facinorose sono state prima medicate all’ospedale «La Schiana» di Pozzuoli, poi trasferite in caserma. Dopo una notte in camera di sicurezza, per Odion Toy, 20 anni, Linda Imasole, 23 anni, Rita Granica, 20 anni, Violet Molgi, 27 anni e Blessing Ikehi, 25 anni, è scattato l’arresto per rissa. Le cinque extracomunitarie, tutte già segnalate per prostituzione, hanno patteggiato la pena e sono state condonate a 8 mesi di reclusione. I fatti intorno alle 18 di venerdì. In via Orsa Maggiore, strada che fa da angolo tra via Domiziana e via Ripuaria, le cinque donne si incontrano nello stesso punto che solitamente viene occupato in base a turni prestabiliti. Quel giorno però nessuna delle cinque deve aver rispettato i patti e così ognuna vuole prevalere sull’altra e per imporre le proprie ragioni, dalle minacce si passa subito ai fatti. Chi può si arma di oggetti contundenti, pietre o addirittura bottiglie in vetro per aggredire le altre. In via dell’Orsa si forma una lunga coda di auto con a bordo curiosi, qualcuno allerta i carabinieri. Solo all’arrivo dei militari la rissa cessa. Le cinque donne, vengono tutte medicate in ospedale per lesioni e contusioni varie, la più grave ha riportato la rottura del setto nasale. Trasferite in caserma e di lì in carcere, le nigeriane sono state condannate ad otto mesi di reclusione. Pena che probabilmente costerà a tutte l’espulsione, ma che verosimilmente non basterà a liberare da un fenomeno assai diffuso un territorio particolarmente affollato di «clienti». A complicare la situazione la vastità della fascia costiera giuglianese alla quale non corrisponde un’adeguata distribuzione di presidi di forze dell’ordine. L’unico attualmente operativo è la caserma dei carabinieri di via Lago Patria, presidio che oltretutto rischia di chiudere. I militari di Varcaturo, infatti, in forza alla compagnia di Giugliano, condividono la sede con l’ufficio anagrafe del comune e quello della sovrintendenza. È una struttura inadeguata per mancanza di sicurezza e fatiscenza. Per questo il comune di Giugliano recentemente ha avviato un contenzioso con il ministero degli Interni per delocalizzare il presidio e trovare una sede più idonea. La caserma attualmente è l’unico presidio di giustizia su un territorio vasto 60 chilometri quadrati e sul quale prostituzione, spaccio, abusivismo edilizio e microdelinquenza rappresentano fenomeni contro i quali i pochi carabinieri presenti sono impegnati in un costante braccio di ferro.
MONICA D’AMBROSIO
Il Mattino il 12/10/2008