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Giugliano: Polo industriale, Pezzella eletto presidente del Cig

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Gli imprenditori della zona Asi hanno eletto il nuovo presidente del Consorzio Cig che mette assieme decine di realtà per promuovere l’agognato rilancio dell’area industriale tra Giugliano e Qualiano. Si tratta di Giulio Pezzella, in rappresentanza della grande azienda Selex, che ritorna alla presidenza dopo il triennio retto da Francesco De Maria. Ieri sera l’elezione, mentre nei prossimi giorni dovranno essere eletti i due vicepresidenti tra i membri del direttivo che rappresentano le 54 imprese, tra grandi, medie e piccole, che si sono insediate alla periferia di Giugliano. Pezzella, attualmente ricopre la carica di consigliere comunale dell’Udeur nel Comune di Giugliano, con delega all’ecologia. «Il mio impegno – dice il neo presidente – consisterà nel rinsaldare i rapporti con il Consorzio Asi e l’amministrazione comunale per accelerare le attività di sviluppo di cui si parla solamente da troppo tempo. In primo luogo, per sistemare adeguatamente i rom fuori dalla zona industriale e dedicare questa zona agli insediamenti produttivi. Non si devono più trascurare le istanze di queste realtà che danno occupazione a migliaia di lavoratori nonostante i grossi disagi in cui operano». In cantiere un incontro con il sindaco Giovanni Pianese, la giunta e la commissione ambiente e territorio con l’obiettivo di arginare il degrado e l’insicurezza che rischiano di far chiudere i battenti a molte imprese. La lista delle lamentele è lunga: incendi, furti di cavi elettrici con danni alle centraline e sassaiole, hanno scoraggiato nuovi insediamenti. Intanto, il bando per realizzare un villaggio attrezzato per i rom è stato già pubblicato il mese scorso. Il Cig è nato per dare voce agli imprenditori che da anni denunciano l’incuria e l’abbandono di una zona che avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità di sviluppo e occupazione per tutto il giuglianese. E, invece, nel tempo, ha finito con l’ospitare due grossi impianti di smaltimento dei rifiuti, come il Cdr e le piattaforme di stoccaggio di ecoballe, assieme alle discariche Resit per il tal quale e rifiuti speciali. Senza contare i numerosi sversatoi abusivi, ai quali si dà sistematicamente fuoco, pratica che ha regalato all’area l’appellativo di terra dei fuochi. Resta inutilizzato anche il depuratore dei liquami industriali, chiuso da dieci anni a causa del cattivo funzionamento. Nel 2005 era stato siglato un patto con i vertici della Regione Campania per vedere attuata anche la recinzione e attivare i varchi controllati. Ma da allora, nonostante ci fosse anche un finanziamento, l’area resta una terra di nessuno, alla mercè di autotrasportatori senza scrupoli.

TONIA LIMATOLA
Il Mattino il 14/10/08

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