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Intercettate le telefonate: vendiamo i cd di quel cantante invece erano chili di roba per il mercato delle discoteche

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Da Rimini a Palermo, la base logistica dalla quale partivano ingentiti quantitativi di droga, aveva sede a Calvizzano, nell’appartamento di due coniugi che, con la complicità di un terzo uomo di Qualiano, gestivano un mercato parallelo a quello monopolizzato dalle cosche locali. Così per Francesco Vassallo, recidivo, sua moglie, Erminia Bellopede, e il terzo componente della banda di narcotrafficanti, Giuseppe Cappella, anch’egli con presenza ultracedennale sulle piazze di spaccio, si sono aperte ieri le porte del carcere. Le indagini avviate e concluse dai carabinieri della compagnia di Giugliano, guidata dal capitano Alessandro Andrei, si sono articolate in mesi di intercettazioni telefoniche. Nelle conversazioni tra Vassallo e Cappella però, mai un riferimento esplicito alla droga. Si parlava invece di appuntamenti con cantanti neomelodici, di dvd o cd pronti per il trasporto, di case discografiche in ritardo con la consegna dei prodotti. Un linguaggio chiaramente in codice, adottato da Cappella, che alla giustizia aveva già avuto modo di presentarsi anche come pirata audio visivo. Un espediente col quale i due criminali pensavano di raggirare ogni controllo ma che invece, non ha ingannato gli investigatori. Dalle intercettazioni telefoniche si è presto passati a quelle ambientali. Durante un viaggio in auto i due parlano in tutta tranquillità di hashish e cocaina, le principali sostanze smerciate in Romagna e in Sicilia. Così, tutta la cutela usata dai complici è vanificata dal racconto che Vassallo fa a Cappella di un viaggio appena compiuto in Sicilia per consegnare un carico di hashish. Vassallo racconta dell’attenzione usata dalla coniuge per eludere ogni controllo portuale. Nelle borse cariche di stupefacente, la Bellopede aveva inserito un chilo di caffè ogni venti di hashish, aveva riempito l’auto di profumi e deodoranti, solo per confondere l’odore di droga ed eludere eventuali controlli allo sbarco. Un ruolo quello assegnatole che, Vassallo confessa all’amico, la donna aveva saputo svolgere egregiamente contribuendo a un volume d’affari, che s’aggirava intorno ai 30 mila euro per ogni carico giunto a destinazione. La storia si ripete nel caso di un viaggio a Rimini. In quel caso Vassallo e la moglie, riescono a consegnare ai committenti quattro chili di cocaina per guadagni ancor più consistenti e che, una volta rientrati a casa, avrebbero spartito con il proprio fornitore, Cappella. Poche persone coinvolte, due piazze sempre aperte e pronte a commissionare carichi ai tre napoletani, spostamenti e trasferte all’oscuro dei monopoli locali, hanno visto accrescere nei mesi il volume d’affari per i tre, fino al blitz di ieri. Le prove raccolte dagli investigatori giuglianesi, confermate successivamete da controlli incrociati, e consegnate nelle mani di un pool di magistrati della Dda, hanno convinto il gip del Tribunale di Napoli a emettere ordini di cattura per i gestori del narcotraffico. Vassallo e Cappella rispondono dell’accusa di concorso in cessione illecita di ingenti quantitativi di droga. Per Bellopiede invece la misura stabilita dal Tribunale è quella degli arresti domiciliari. La donna aveva spalleggiato il marito ma mai assunto decisioni in merito alla gestione degli illeciti. Sciolta la trama degli affari della banda di narcotrafficanti, proseguono le indagini dei carabinieri per smascherare gli acquirenti della droga e i fornitori di Cappella.


Monica D’ambrosio

Il Mattino il 14/10/08

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