Fermo convalidato, gravi indizi confermati, quadro probatorio che ha passato la verifica dei due gip che ieri hanno esaminato il decreto di fermo della Dda di Napoli. Il risultato è stato la misura cautelare in carcere per Massimiliano Napolano e per Salvatore Santoro, emessa dai giudici Marcella Suma ed Egle Pilla. Sarebbero loro, secondo l’accusa, i fiancheggiatori più affidabili di Giuseppe Setola, il killer protagonista della stagione del terrore a Casal di Principe e Castelvolturno. Per i due gip di Napoli e Santa Maria Capua Vetere, i due collaboratori di giustizia hanno un altissimo indice di attendibilità. Oreste Spagnuolo ed Emilio Di Caterino sono stati, fino a poche settimane fa, coprotagonisti della strategia di Setola, conoscendo dall’interno dinamiche e progetti. A fare da riscontro, per esempio, alle dichiarazioni dei due collaboratori sul ruolo rivestito da Santoro, non ancora ventunenne, nell’organizzazione, è allegata all’ordinanza di custodia cautelare in carcere del giudice Pilla una conversazione telefonica di eccezionale valore probatorio. È una telefonata tra la mamma di Santoro e un cartomante, il mago Filippo, dal quale la donna chiede di essere rassicurata circa la sorte giudiziaria del figlio Salvatore. Teme per lui, sospetta che possa essere finito in un brutto giro, che possa avere contatto con gli uomini della strage. Lo vede nervoso ed evasivo. soprattutto dopo il pentimento di Spagnuolo (la telefonata è del 13 ottobre, la notizia della collaborazione è del 10). Mago Filippo la tiene a telefono per oltre mezz’ora, facendole spendere diverse decine di euro, tranquillizzandola. Dice la donna: «Volevo sapere una situazione di mio figlio il secondo. Non sto capendo niente se… non sto capendo niente… ha un problema..forse con la legge… non lo so». Mago Filippo cerca di saperne qualcosa di più, poi apre le carte e annuncia: non c’è niente, forse solo una denuncia. «La polizia non ce l’ha con tuo figlio». La donna domanda se c’è il rischio che lo conducano in carcere. Filippo continua a dire che dalle carte non lo vede e chiede: «Ma è successo una rapina?». La donna spiega: «No, no, niente, niente… perché lui portava del caffè, comunque un pentito qua sta parlando, allora… lui ogni tanto portava il caffè… io non posso parlare….». E aggiunge: «Io vorrei io voglio capire se proprio lui non ha proprio a che fare con queste cose qua… ma l’amico suo sì…». Conclude il mago: «Però ricordati tesoro che la giustizia deve fare il suo corso… anche la giustizia è brava…». E suggerisce: «Tu sei una persona onesta tuo marito è una persona onesta perciò tu vai a parlare con il giudice: sentite qua mio figlio è messo così, in caso fosse una cosa così? Per me tuo figlio deve dire la verità comunque eh!».
ROSARIA CAPACCHIONE
Il Mattino il 28/10/08

