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COSI’ CAMBIA LA SCUOLA SECONDO LA GELMINI

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Otto articoli in tutto. Poche pagine per una rivoluzione che in realtà, al di là del testo che verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, deve essere ancora tutta definita attraverso i regolamenti attuativi. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, esulta: «La scuola cambia – spiega – si torna alla scuola della serietà, del merito e dell’educazione». Tornano il voto in condotta, le votazioni in decimali a partire dalle elementari (verranno affiancate anche dai giudizi), verrà introdotta una nuova materia «Cittadinanza e Costituzione», in classe si studierà anche lo statuto della Regione di residenza. Ma soprattutto torna il maestro unico o prevalente che sia e va in soffitta a partire dal prossimo anno il team di tre docenti alle elementari (il modulo) in vigore da ben 18 anni. È quest’ultimo il punto di forza della riforma targata Gelmini, ed anche il punto più controverso. Nella legge appena approvata, non si fa alcun cenno al tempo pieno, demandato ai successivi regolamenti. Ventiquattro ore settimanali. Questo l’orario previsto nella legge. Poi si vedrà come andrà a finire, se le famiglie avranno altre opzioni. «Nei regolamenti – si legge nel testo approvato – si terrà conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo scuola». Alle elementari il maestro unico verrà affiancato dall’insegnante di religione (sono 26mila in tutto e la materia è opzionale) e da quello di lingua inglese, sempre che il maestro prevalente non abbia conseguito l’abilitazione all’insegnamento della lingua straniera. Ma tutto ciò non è inserito nella legge. È quanto detto e assicurato dal premier e dalla Gelmini. La legge Gelmini affronta anche il nodo del contenimento della spesa per i libri di testo. E impone agli editori un freno alle riedizioni, per quanto riguarda la scuola primaria, di cinque anni, per la secondaria di I grado (medie) e II grado (licei) di sei anni. Gli editori, potranno apportare delle integrazioni al testo, solo attraverso la pubblicazione (dovranno essere vendute a parte) di appendici di aggiornamento. L’esecutivo se taglia da una parte, si impegna ad investire 20 milioni di euro per l’edilizia scolastica. L’ultimo capitolo riguarda le scuole di specializzazione. I docenti delle Ssis e dei Cobaslid che hanno conseguito la specializzazione nel 2007/2008 saranno inseriti nelle graduatorie permanenti ad esaurimento.


Largo al maestro unico.
Alle elementari, già ad iniziare dal prossimo anno scolastico, gradualmente (si comincia con le prime classi), ci sarà soltanto un docente. Un maestro unico che sarà però affiancato dagli insegnanti di religione e dal professore di inglese. Per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all’orario d’obbligo di insegnamento, è previsto che si possa attingere, per l’anno 2009, dai bilanci dei singoli istituti scolastici.

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Tutti a lezione di educazione civica.
Un altro grande ritorno in classe dal prossimo anno scolastico è rappresentato, infatti, dalla reintroduzione della materia nei piani di studio. L’obiettivo: costruire, a iniziare dalla scuola, la coscienza civica delle nuove generazioni. Il provvedimento del ministro dell’Istruzione prevede, infatti, per ora a livello di sperimentazione, l’insegnamento dell’educazione civica. La materia da studiare si chiamerà: «Cittadinanza e Costituzione».


Bullismo.
Contro il preoccupante fenomeno del bullismo che dilaga ormai in tutte le scuole italiane, torna in pagella il voto in condotta. Il decreto del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini introduce, infatti, anche la valutazione della condotta degli studenti: un voto che farà media con quelli conseguiti nelle altre materie ai fini del giudizio finale. I ragazzi, quindi, con il cinque in condotta rischieranno di essere bocciati. «Le immagini degli insegnanti messi alla berlina – ha detto nei giorni scorsi il ministro Gelmini – mi auguro diventino così un ricordo».


Caro libri.
Il decreto Gelmini dichiara guerra al «caro libri». Si prevede, infatti, che i libri di testo adottati dagli insegnanti dovranno durare almeno cinque anni nella scuola elementare e almeno sei anni nella scuola media e superiore. Unica eccezione: la pubblicazione di eventuali appendici di aggiornamento, ma solo se considerate indispensabili. In questo modo, si dovrebbero evitare le continue riedizioni dei testi scolastici (soprattutto per alcune materie), troppo spesso inutili e certamente onerose per tutte le famiglie italiane.


I voti.
Alle elementari e alle medie tornano in pagella i voti in decimi. Nella primaria, però, il voto decimale sarà accompagnato anche dai giudizi. Nella scuola media, invece, saranno previsti soltanto i voti decimali. «I voti in pagella – ha spiegato il ministro Mariastella Gelmini – sono stati reintrodotti soprattutto per esigenza di trasparenza» nella valutazione scolastica degli alunni. E si torna al voto in decimi anche per l’esame di terza media. Vanno quindi in soffitta i giudizi – sufficiente, buono, distinto, ottimo – con i quali finora si concludeva il percorso di studi.


Le graduatorie.
Per le scuole elementari relative all’immissione in ruolo dei docenti, saranno su base provinciale e non su base nazionale. Il provvedimento del ministro Gelmini rispecchia, quindi, su questo punto, quanto richiesto dalla Lega. Sotto accusa da parte del mondo della scuola ci sono però i tagli previsti per l’intero settore Istruzione dalla manovra di quest’estate che prevede la riduzione di 87.500 cattedre e di 40.000 posti per il personale Ata. Ma, ha ribadito la Gelmini, che i risparmi ottenuti dalla riforma saranno destinati alla premialità degli insegnanti, che sono tra i meno pagati d’Europa. Nel decreto è stata introdotta anche una norma che mira a salvaguardare le aspettative di alcune categorie di docenti. È il caso, ad esempio, degli studenti abilitati Siss (le scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario) del nono ciclo, che sono attualmente esclusi dalle graduatorie a esaurimento. Il decreto prevede, invece, che potranno essere nuovamente rimessi in graduatoria in base ai punteggi attribuiti ai titoli posseduti.


Edilizia scolastica.
Il provvedimento del ministro Mariastella Gelmini, infatti, prevede di destinare risorse (una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai venti milioni di euro) all’edilizia scolastica. Ma è polemica con le Regioni sul ridimensionamento della rete scolastica – che prevede l’accorpamento delle scuole con meno di 500 alunni – introdotto nel decreto sul contenimento della spesa sanitaria. Sei Regioni hanno già fatto ricorso alla Consulta.


ELENA ROMANAZZI

Il Mattino il 30/10/08

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