Giugliano. Mentre si completano le operazioni di demolizione dell’ecomostro sull’area archeologica di Liternum, al Comune è l’ora dell’assedio dei destinatari delle altre ordinanze di abbattimento. Il clima è teso. L’altro giorno hanno avuto prova che si abbatte sul serio e i provvedimenti mettono in allarme numerose famiglie. Per il momento al tavolo della task force, istituita in prefettura dopo gli arresti di maggio scorso nell’ambito dell’inchiesta sul mattone selvaggio, le abitazioni per le quali le ruspe dell’Esercito andranno in azione sono nove, su un totale di 800 immobili per i quali le ordinanze di abbattimento sono già esecutive da un pezzo. Per il momento sono escluse dal gruppo le trecento abitazioni oggetto dei recenti maxisequestri di via Rannola, per le quali l’iter è appena entrato nella fase della notifica delle ordinanze di sgombero. È solo questo il motivo per il quale – precisano al Comune – si procede con gli altri immobili. Intanto ieri mattina una decina di persone ha assediato per due ore l’ingresso del municipio per avere notizie su tempi e modalità delle demolizioni. I proprietari delle case abusive contestano la lista degli immobili che devono andare giù per primi. «Veniamo penalizzati noi poveracci che volevamo costruire una casa per noi stessi – dicono a Giugliano – e le abbiamo dovute lasciare incomplete perché non avevamo abbastanza soldi per finirle. Altri, invece, che non solo le hanno completate, ma le hanno anche date in affitto, sono salvi». I criteri varati dalla giunta comunale stabiliscono che ad andare giù per primi sono i cosiddetti immobili «a rustico», cioè scheletri di cemento armato senza pareti. «Abbiamo detto in Consiglio – dice Francesco Taglialatela, ex sindaco e consigliere di opposizione del Pd – che i criteri adottati dalla giunta non trovano riscontro nella normativa urbanistica né nella realtà sociale. Bisogna seguire l’ordine cronologico». Difende l’operato della giunta, l’assessore al territorio Roberto Castelluccio: «I criteri, approvati anche al tavolo in prefettura, non garantiscono di certo gli speculatori – dice – Verranno abbattuti con precedenza quelli incompleti, che violano vincoli ambientali oppure sono stati realizzati su terreni agricoli, non destinati ad uso abitativo e quelli frutto di speculazioni». Dal Comune ribadiscono anche la linea della fermezza. «Non c’è più spazio, né libertà di manovra per bloccare il ripristino della legalità sul nostro territorio – dice il sindaco Giovanni Pianese – Sono procedimenti che vengono da lontano per immobili che non sono più suscettibili di sanatorie e condoni. Il Comune è stato chiamato a un tavolo in prefettura, che ha dato il via all’esecuzione di vecchie ordinanze». Per i primi abbattimenti non scatterà nessuna emergenza abitativa: come stabilito, si va avanti per i manufatti disabitati. C’è il rischio, però, per molti di perdere, oltre alla casa, anche la proprietà dell’area se la demolizione viene eseguita in danno dall’Esercito. Per evitarlo, bisognerebbe che i proprietari si attrezzassero per conto proprio. Le operazioni contro l’abusivismo edilizio che si innestano nel filone di indagine che ha fatto scattare gli arresti di 39 persone, tra imprenditori, vigili urbani e dipendenti dell’ufficio tecnico del Comune di Giugliano. Un giro di mazzette che avrebbe agevolato la realizzazione di case abusive, con rete idrica e fogne realizzate senza concessione e allacciate senza autorizzazione agli impianti comunali. Il giro di affari è di svariati milioni di euro.
TONIA LIMATOLA . IL MATTINO 5 DICEMBRE 2008
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