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STOP ALLA GESTIONE COMMISSARIALE, I COMUNI RIUNITI IN CONSORZIO UNICO

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È solo un primo passo ma, soprattutto in questa fase, è importante rispettare il timing per uscire dall’emergenza rifiuti. E ieri si è celebrato il passaggio di consegne ai vertici del Consorzio unico con l’elezione del presidente e del vicepresidente dell’assemblea dei 99 comuni che fanno parte dell’ente consortile. Dunque il responsabile della struttura, Alberto Stancanelli, cede il testimone a Enrico Fabozzi, sindaco di Villa Literno (eletto presidente) e a Enrico Parente, sindaco di Grazzanise (eletto vicepresidente). L’atto formale sancito in prefettura a Caserta (che resta la sede del Consorzio unico): sono state necessarie tre chiamate al voto per raggiungere il quorum sufficiente di Comuni/quote consortili perché l’assemblea fosse valida. Alla fine, con il 50,9 per cento delle quote rappresentate e la presenza determinante di sindaci del centrosinistra (dei comuni rientranti nelle province di Napoli e Caserta) è stato possibile procedere alla elezione così come previsto dallo statuto. Assenti i sindaci del centrodestra che in verità, essendo in minoranza, confidavano nella nullità dell’assemblea, circostanza quest’ultima che avrebbe determinato – ai sensi del regolamento – la nomina a presidente del sindaco del comune detentore del maggior numero di quote: in questo caso Aversa, amministrato dal Pdl. Ma lo schema non ha funzionato. Quali sono ora i passaggi successivi? L’assemblea del Consorzio unico dovrà eleggere un cda (composto da tre membri) e un collegio di revisori dei conti. Nelle more, la responsabilità esecutiva e di gestione sarà affidata al presidente e al vicepresidente dell’assemblea. Ma non è tutto. In base a quanto stabilito dall’ordinanza 3721 della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Consorzio unico è affiancato da due strutture di missione: una, coordinata dallo stesso Stancanelli, avrà funzioni di raccordo fra tutti i consorzi di bacino e le istituzioni locali, in stretto contatto con il sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso e volta alla gestione del piano di assorbimento dei circa 550 esuberi; l’altra (guidata da Vincenzo Gagliani Caputo, ex segretario generale del Comune di Roma) sarà attiva nella liquidazione economico-finanziaria di tutti i rapporti di credito-debito accertati al 24 luglio scorso e riconducibili ai disciolti consorzi di bacino delle province di Napoli e Caserta. Il termine operativo è fissato al 31 dicembre del 2009. Già oggi è prevista a Napoli una prima riunione tecnica tra Fabozzi, Stancanelli e i responsabili delle articolazioni territoriali. Compito del Consorzio unico è l’avvio e la gestione del servizio di raccolta differenziata e del ciclo integrato dei rifiuti, un assetto questo che dovrà essere inquadrato nei piani provinciali (armonizzati con le norme stabilite dalla Regione, soprattutto in rapporto alla dislocazione e all’utilizzo dell’impiantistica). Testo guida è lo statuto del Consorzio che fissa punti ben precisi a tutela della trasparenza degli atti e contro gli sprechi o eventuali «distrazioni» gestionali: selezione pubblica per i componenti del cda, concorso pubblico per l’affidamento dell’incarico di direttore generale, divieto di assunzione per familiari fino al terzo grado di parentela.


LORENZO CALÒ

Il Mattino il 30/12/08

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Rifiuti in Puglia, lite Vendola-Bertolaso

Nichi Vendola ha detto stop. La Puglia sbarra la strada ai rifiuti della Campania e provoca la dura risposta della Protezione civile che accusa il governatore di «caduta di stile». Nei giorni scorsi sulla scrivania del presidente pugliese è stata recapitata una lettera inviata da Palazzo Chigi con la quale si chiedeva alla Puglia di accogliere 40mila tonnellate di rifiuti. Ma per Vendola quella richiesta del governo è «inaccoglibile». Il motivo? «La richiesta – spiega il governatore pugliese – cozza con quanto ho ascoltato in televisione: ho sentito rivendicare dal presidente del Consiglio, da diversi esponenti del governo, dal ministro Tremonti il miracolo della soluzione del problema della ”monnezza” in Campania da parte dello stesso presidente del Consiglio. Siccome il problema della ”monnezza” Berlusconi lo ha risolto, non capisco perchè ci debbano chiedere di accogliere altre 40.000 tonnellate di rifiuti. Visti i favolosi risultati del governo Berlusconi penso che si tratti di una richiesta infondata». Insomma, non ci sarebbe alcun motivo per provvedere allo stoccaggio di altre 40mila tonnellate di rifiuti, oltre alle 50mila già accolte. Da ambienti vicini al sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso trapela che la richiesta è stata inoltrata alcune settimane fa per il timore che il maltempo potesse rallentare in qualche modo lo smaltimento. Timore che si sarebbe però rivelato infondato. Fatto sta che le parole di Vendola hanno irritato Bertolaso che ha risposto attraverso una nota del dipartimento di Protezione civile. «Evidentemente – si legge – costretto da equilibri politici interni, Vendola non ha trovato di meglio che attaccare il presidente del Consiglio su di una materia che fino a oggi è stata caratterizzata da un chiaro e corretto rapporto istituzionale che ha consentito, nel corso degli ultimi due Governi, il trasferimento dal fondo della Protezione civile nazionale di ben sei milioni per affrontare l’emergenza rifiuti in Puglia e ha altresì previsto l’assegnazione, sempre dallo stesso fondo, di altri cinque milioni, con ordinanza a firma del presidente Berlusconi. Prendiamo atto – prosegue il Dipartimento – della gratuita ironia con la quale il presidente Vendola ha commentato il superamento dell’emergenza rifiuti in Campania e confermiamo, comunque, la disponibilità del Dipartimento della Protezione civile a inoltrare, all’attenzione del governo, le richieste del presidente Vendola formulate il 17 novembre e 19 dicembre per ottenere la proroga delle ordinanze relative alla gestione stralcio dell’emergenza rifiuti e dell’emergenza delle acque superficiali e dei cicli di depurazione per le quali Vendola agisce come commissario di governo». La Puglia è una delle quattro regioni che lo scorso luglio accolsero la richiesta del governo per il trasferimento in loro impianti dei rifiuti. Le altre sono Lombardia, Veneto e Piemonte. A convincere i quattro governatori ad aiutare la Campania fu Berlusconi in persona. Oggi, a distanza di sei mesi, la Puglia si tira indietro. Vendola, fra l’altro, nel motivare il suo no al governo, pone anche una questione relativa a finanziamenti promessi da Roma ma mai arrivati a Bari. «La Puglia – dice il governatore – non ha motivo più di essere solidale con un governo che con noi ha fatto promesse che non ha mantenuto». Vendola si riferisce a uno stanziamento di cinque milioni che Berlusconi gli avrebbe assicurato. «Prodi – spiega il presidente della Puglia – ci aveva dato cinque milioni di euro per sostenere il bacino ”Lecce 2”. Berlusconi ci aveva promesso 5 milioni di euro che avremmo avuti, ci disse, senza problemi. Ma questi 5 milioni, evidentemente perchè il ministro dell’Economia può più del presidente del Consiglio, non possono più essere dati alla Puglia».


PAOLO MAINIERO

Il Mattino il 30/12/08

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