PUBBLICITÀ
HomeRassegna StampaGiugliano, ville al posto di alberghi, inchiesta sul parco

Giugliano, ville al posto di alberghi, inchiesta sul parco

PUBBLICITÀ

Secondo le licenze in concessione, su quei 4000 metri quadri di terreno al confine tra via Staffetta e via Madonna del Pantano, dovevano sorgere alberghi e strutture ricettive. L’impresa costruttrice, invece, aveva edificato un complesso residenziale: 30 villette su due livelli, dotate di box e cantine, vendute in tempi record ad altrettanti proprietari. Una speculazione estesa su 4000 metri quadri di suolo, già scoperta e sequestrata un anno fa dai vigili del comando di Giugliano, poi tornati dopo qualche tempo nel parco Aprovitola, al civico 209 di via Staffetta, contestando ai proprietari la violazione dei sigilli, reato per il quale scattarono anche delle denuncie. Ieri mattina, gli agenti del comando vigili di Giugliano, coordinati dal comandante Antonio Baldi, sono tornati in via Staffetta su ordine della Procura: resta da accertare attraverso atti notarili, contratti di acquisto, quali siano le singole responsabilità nell’ennesimo abuso scoperto sul territorio comunale. Gli accertamenti di ieri, sono successivi ai sigilli scattati il giorno precedente per il più grande rimessaggio di auto, barche e camper, mai esistito in zona, ovviamente abusivo. I numeri di quell’operazione raccontano di una città ancora sommersa, che ora il Comune, di concerto con le forze dell’ordine, tenta di riportare alla luce per punire chi per anni, ha speculato violando norme e leggi, in nome del cemento selvaggio. Spaventosi i numeri dell’ultimo sequestro in via Vicinale Recapito: 40mila metri quadri di superficie, 23mila dei quali destinati all’attività vera e propria. 473 box in cemento, ferro e lamiere per oltre 100mila metri cubi di struttura. Un volume d’affari pari a 1 milione di euro annui. Una cifra che resta tuttavia da accertare, così come resta da chiarire chi ci fosse dietro la gestione delle singole officine per la manutenzione, trovate e sequestrate all’interno dell’area posta sotto chiave. Il proprietario della struttura, Sabatino Granata, è accusato di aver convertito senza permessi, la destinazione d’uso dei suoli: non più campi e terre da coltivare, solo asfalto e cemento che facessero spazio ad un’attività mai autorizzata. Per l’uomo si profila un nuovo iter giudiziario dopo che il 22 dicembre scorso se ne era chiuso un altro, ben più corposo e concluso con la condanna dell’imprenditore a 4 anni e mezzo di carcere per aver fatto parte dell’associazione di imprenditori, vigili e funzionari pubblici, complici nella gestione di un’unica cassa che cresceva in relazione agli abusi perpetrati sul territorio. Il rimessaggio, come il complesso residenziale al centro di una vasta indagine, intanto finiscono sotto sequestro. Spetterà alla magistratura, una volta ultimati gli accertamenti, stabilire se debbano essere demoliti o meno.


MONICA D’AMBROSIO

Il Mattino il 10/01/09

PUBBLICITÀ

Case da demolire, l’opposizione: «Colpire prima chi ha speculato»

Le proteste contro gli abbattimenti e i nuovi sequestri continuano a disegnare il perimetro di una città abusiva, già emersa dall’inchiesta della Procura sul mattone selvaggio e che ha portato all’arresto di 39 persone, tra vigili, dipendenti comunali e imprenditori. Dopo l’incontro con il sindaco Giovanni Pianese, i rappresentanti del comitato antiabbattimento sono pronti a presentare al Comune una lista di controproposte, tra cui la mappatura delle violazioni sul demanio e la tutela degli abusi di necessità, che potrebbe arrivare la settimana prossima al tavolo della task force istituita in prefettura. Nel frattempo, di questa seconda Giugliano se ne parla in strada, se ne occupa la politica anche se con cautela. La posizione ufficiale dell’amministrazione comunale è in linea con quanto disposto in prefettura: si persegue il ripristino della legalità, ma non si trascurano l’emergenza abitativa e anche quella di ordine pubblico. La tensione è molto alta. Intanto, dall’opposizione chiedono più trasparenza. «Tutti hanno violato la legge, è chiaro, ed è importante porre freno a un fenomeno che ha raggiunto dimensioni incredibili- dice Antonio Poziello, consigliere comunale di Rifondazione -. Ma si faccia attenzione: si colpisca per primo chi ha speculato realizzando case che poi ha rivenduto, spesso anche con l’inganno a ignari acquirenti». Chiedono più trasparenza dal Pd. «Il fenomeno va represso con tutti gli strumenti a disposizione – dice l’ex sindaco Francesco Taglialatela – attendendosi al rispetto delle norme. Sarebbe grave e inaccettabile che si adottassero criteri che rendono i cittadini diversi davanti alla legge». Fa pensare anche la facilità con cui migliaia di immobili fantasma hanno ottenuto il mutuo. «Ci chiediamo come sia stato possibile che banche e notai possano aver rogitato atti e acceso mutui con tanta leggerezza», dice Giuseppe Di Girolamo, dei Verdi. Sempre dai verdi si punta il dito contro la mancata programmazione del territorio. «Sono più di dieci anni che le amministrazioni che si sono succedute, anche quelle che abbiamo sostenuto, non sono state in grado di mettere mano al nuovo Prg».

Tonia Limatola
Il Mattino il 10/01/09

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ