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Lago Patria, foce ostruita da rifiuti. L’acqua invade la strada, cittadini e commercianti protestano per i danni

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Straripa il lago Patria e allaga la strada. Residenti e operatori turistici lanciano l’ennesimo Sos alla Provincia. «Sono anni che ogni volta che piove si innalza il livello dell’acqua perché la foce è ostruita. E c’è indifferenza da parte dell’Ente che dovrebbe intervenire», dicono i cittadini. Così smette di piovere, ma sul litorale il bilancio di danni e disagi resta grave: l’acqua non defluita continua a invadere le carreggiate e a riempire le voragini. Succede a causa della carenza delle fogne, ma anche per l’allagamento degli alvei naturali ostruiti dai rifiuti, come nei tratti nord e sud di viale dei Pini e in via Madonna del Pantano. Per lo stesso motivo, la foce del lago Patria non riesce a smaltire la pioggia. Col risultato che ne soffrono viabilità e sicurezza stradale, oltre all’economia dell’intera area a ridosso degli scavi archeologici di Liternum. In seguito all’innalzamento del livello del lago, il livello dei pantani raggiunge anche i 50 centimetri. Da anni a lago Patria si convive con megapozzanghere e strade rotte. Con la pioggia, poi, il lungolago diventa impraticabile. Gli argini non sono protetti e per i pedoni c’è il rischio di scivolare sulla melma e finire in acqua. Davanti al balletto di competenze sono esasperati residenti e imprenditori. «La Provincia nicchia – dice Alberto Canta, ristoratore – Bisogna stabilire chi lo deve fare l’intervento necessario per liberare la foce che è ostruita. Un vero disastro. I pantani e gli allagamenti rendono rischiosa la circolazione su una strada senza parapetti». «Non ne possiamo più, rischiamo di chiudere i battenti – dicono gli operatori economici – Come se non bastasse il degrado, ogni volta che piove si ripresenta sempre lo stesso problema e i potenziali clienti si dirigono altrove». Inutili finora gli appelli alla Provincia, ente competente per territorio, e alla Regione. Insistono anche dal Comune: per l’amministrazione il nodo da sciogliere è quello della carenza infrastrutturale. «Abbiamo già chiesto un potenziamento di fogne e rete idrica, anche in vista dell’attivazione della cittadella Nato, e ci aspettiamo risposte concrete», dice il sindaco Giovanni Pianese. Si progetta di intervenire anche grazie allo stanziamento di 40 milioni di euro per la bonifica. Mentre per i progetti per la riqualificazione del lago e per realizzare l’atteso anello fognario si aspetta la copertura finanziaria. Intanto penalizza oltre trecento famiglie anche la mancanza di manutenzione del canale naturale che costeggia viale dei Pini, a Varcaturo. Anche qui gli interventi dei vigili del fuoco non si contano, ma sempre più spesso i cittadini sono costretti ad attrezzarsi con delle pompe per liberare le proprie cantinole e i garage. Oppure a ricorre ai privati investendo consistenti risorse economiche per far aspirare l’acqua: nelle emergenze raddoppiano i prezzi applicati dai privati per l’espurgo. Lo denuncia il comitato di cittadini che ha anche vinto una battaglia giudiziaria contro il Consorzio di Bacino del Volturno inferiore. L’ente che dovrebbe provvedere alla manutenzione dei canali è stato condannato al risarcimento delle tasse pagate negli anni passati.

TONIA LIMATOLA
Il Mattino il 30/01/09

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