Gli ingredienti giusti per trovare spazio nel mercato del lavoro? Prima di addentrarsi nei possibili settori di inserimento occorre tenere conto di alcune premesse per così dire propedeutiche dalle quali non si può prescindere: il prologo della lezione che il responsabile commerciale della Coelna Impianti Spa, Pasquale Petrillo, riserva agli studenti della quarta H dell’istituto Galvani di Giugliano, suscita un immediato interesse perché appare evidente che, al di là delle specifiche competenze, occorre anche altro che nei criteri di valutazione conta parecchio. Due, soprattutto, gli elementi che vengono evidenziati: fare in modo che si noti la differenza quando non si è presenti perché quando non si sente la mancanza vuol dire che non si è necessari; e poi capire che il mondo cambia continuamente per cui si deve essere disposti in ogni momento a recepire il nuovo.
E il progetto «Studiare l’impresa, l’impresa di studiare» diventa uno strumento per scoprire i complessi meccanismi che regolano una realtà imprenditoriale e i modi più agevoli di accesso. E allora, su chi fa cadere le proprie scelte un’azienda come la Coelna che opera nel comparto dell’impiantistica elettrostrumentale e dell’automazione? Uno dei problemi seri che un’impresa deve affrontare, puntualizza il manager, è rappresentato dalla bassa qualificazione della manodopera per cui la questione della formazione dovrebbe essere il primo gradino per la scalata al mondo del lavoro; una formazione che è fatta anche di diversi stage, non necessariamente di lungo periodo, che contribuiscono a creare esperienza oltre a dare la possibilità di esibire un curriculum più nutrito.
Senza contare che può scapparci anche una opportunità di lavoro, come è accaduto proprio alla Coelna, dove due ragazzi di un gruppo che ha fatto uno stage di alcuni mesi alla fine sono stati assunti. «E va da sé» rileva Petrillo «che la formazione è legata allo studio perché un bagaglio culturale di rispetto ha un’importanza notevole quando si presenta un curriculum e si affronta un colloquio di lavoro». Su quest’ultimo punto è sembrato opportuno aprire una finestra: lo sforzo di dare un’ottima idea di sé, ha sottolineato il responsabile commerciale, non deve far correre il rischio di proporre un’idea sbagliata: «Occorre dare il meglio, ma senza stravolgere la propria personalità».
Si dà per scontata la conoscenza della lingua inglese: diverse aziende, come la stessa Coelna, lavorano con Paesi esteri e non di rado con proprie strutture imprenditoriali. E questo pone un altro problema di cui tenere conto: «Non bisogna sentirsi legati al posto dove si è nati» dice Pasquale Petrillo, «la voglia di andare fuori, di accumulare altre esperienze, di fare confronti è importante». Non è solo una questione di migliorare la propria posizione, perché non bisogna dimenticare che nella nostra regione tutto è più difficile e i tempi inevitabilmente si dilatano. Soprattutto quando si è all’università e il giorno della laurea si fa sempre più lontano. Ed ecco il consiglio: non restare in parcheggio nelle aule universitarie se non si ha la volontà di finire ma guardarsi subito intorno per verificare le possibilità di inserimento. Che non sono rappresentate unicamente dalla ricerca del fatidico posto: perché escludere, ad esempio, un investimento su se stessi e non pensare a un’impresa? L’eventualità di avviare un’attività imprenditoriale suscita grande attenzione e naturalmente ci si chiede subito: da dove cominciare? Nel dialogo con gli studenti, Petrillo ha ricordato che occorre mettere in conto come sia inevitabile partire dalla gavetta e come non ci sia un percorso prestabilito, una sorta di vademecum da poter seguire, ma si può essere certi di una cosa: per chi non ha un’esperienza familiare a cui fare riferimento, l’idea è alla base di qualsiasi tentativo di fare impresa. Un’idea in cui si crede molto e per la quale si è disposti a impegnarsi molto.
CARMELA MAIETTA
Il Mattino il 10/03/09
Teoria e pratica, laboratori per l’educazione globale
Sono stati alla fiera di Salisburgo dedicata alla scuola per illustrare il progetto «Azienda simulata», simulando, appunto un’ impresa di impianti solari; a Città della scienza e alla Mostra d’Oltremare hanno presentato le proprie realizzazioni; diversi i percorsi formativi finora portati a termine; hanno sperimentato laboratori sulla prevenzione e gestione costruttiva dei conflitti all’interno delle scuole; hanno lottato a lungo per un nuovo corso di specializzazione come l’elettrotecnica biomedicale, unico in Italia ma della cui figura professionale aspettano ancora il riconoscimento dalla Regione Campania; sono stati siglati protocolli di intesa tra cui anche uno con l’università Federico II di Napoli. L’Iti Galvani di Giugliano si presenta come una struttura scolastica in perenne divenire, con una forte attenzione ai cambiamenti. «La nostra scuola, – sottolinea il dirigente, Giuseppe Grana – mira a trasformare in esperienze reali le diverse e nuove esigenze che il mondo del lavoro chiede ai giovani». E in questa ottica si registrano diversi accordi con alcune aziende locali come Mace, Plc System, Momo Line, Protecno che danno la possibilità ai giovani del quarto e del quinto anno di prendere contatti concreti con le realtà imprenditoriali. Dal 2004 sezione elettrica per l’Aiet (Federazione italiana di elettrotecnica, elettronica, automazione, informatica e telecomunicazioni) per le scuole della Campania, l’istituto Galvani conta 1500 alunni e dal 1994 la specializzazione per elettrotecnici si trasforma in elettrotecnica e automazione. Nella convinzione che alla scuola oggi si debbano richiedere flessibilità e capacità operativa il Galvani, si fa rilevare, dà la possibilità di approfondire lo studio delle discipline tecnico-scientifiche, favorendo l’inserimento dei giovani nei settori più dinamici del sistema produttivo oltre, naturalmente, a garantire una preparazione che permette di accedere a qualsiasi facoltà universitaria. Diversi gli sbocchi lavorativi come progettazione di sistemi elettrici industriali e civili, progettazione e manutenzione di apparecchiature elettromedicali; inserimento in aziende del settore tecnico-industriale e sanitario; libera professione. L’offerta formativa oltre alla competenza tecnica mira anche ad una educazione globale della persona per cui le attività integrative sono diverse come, per fare alcuni esempi, il corso di teatro, l’alfabetizzazione informatica, la sicurezza e l’impatto ambientale sui luoghi di lavoro, tornei di scacchi, giochi sportivi studenteschi, studio e sviluppo delle tecnologie relative alle energie alternative, creazione di siti web.
CARMELA MAIETTA
Il Mattino il 10/03/09
