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venerdì, Marzo 29, 2024
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Lo voglio piccolo, il portatile. Prezzi e dimensioni ridotte: e’ «netbook mania»

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Downsizing a tutti i costi o quasi. La tendenza a produrre notebook sempre più piccoli è inarrestabile. La rivoluzione del mobile-computing che travolge il mondo dell’Informatica va avanti dal 2008 e sembra non conoscere ostacoli. I mini computer, grandi la metà di un foglio A4, pesano circa un chilo e sono perfetti per navigare su internet, comunicare nei social networks come Messenger e Facebook e, perché no, caricare un video su Youtube.

La diffusione dei netbook si fa sempre più massiccia e sempre meno trascurabile. Quello che si propone agli “ignari” users è un inedito bisogno: quello del secondo (o anche terzo) computer da usare a casa sul divano.

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In fin dei conti per comprare su eBay o per chattare non c’è bisogno di una macchina ultrapotente. In vacanza oppure nei viaggi di lavoro i netbooks si rivelano fenomenali; le prestazioni di cui sono dotati, bastano e avanzano per lavorare con un foglio di calcolo o un documento di testo.

La capostipite degli ultraportatili è stata Asus quando nella scorsa primavera, lanciò il primo Eee Pc, una macchina da soli 299 euro, con schermo da 7 pollici, sistema operativo Linux e al posto del disco fisso, un’unità Ssd (Solid State Disk).

Non che i mini computer prima di questo non esistessero; i prezzi però, sono sempre stati alti al punto da rendere il pc-bonsai un oggetto di assoluto lusso. Con l’Eee Pc nasce dunque una nuova categoria, quella delle macchine a basso costo, dalle prestazioni limitate ma sufficienti per molti compiti. È stato un successo travolgente. Asus ha venduto, a livello mondiale, 700mila pezzi nel primo trimestre del 2008 e il marchio Eee Pc è diventato quasi un nome che indica un’intera categoria di prodotti, un po’ come l’iPod o il Walkman.

Inevitabilmente, il nascente mercato dei netbook ha visto l’ingresso di concorrenti di primissimo piano del mondo del personal computing: da Hp a Acer, da Msi a marche meno note come Everex. Assente all’appello Apple. Ai fan del Macintosh però il mondo del mini portatile non è precluso: non mancano gli esempi di elaborazioni con Os X che gira su alcuni tipi di netbook.

Un altro aspetto senz’altro interessante è legato all’open source. Gran parte della rivoluzione netbook avviene infatti, sotto il segno di Linux. Non mancano poi, le versioni con il classico Windows Xp, che Microsoft ha mantenuto controvoglia in vita per questi piccoli pc che hanno fatto tremare i polsi agli uffici marketing delle majors dell’informatica.

Come di consueto, l’innovazione tecnologica legata all’Informatica procede a velocità supersonica e in attesa di Windows 7, iniziano a vedersi nei negozi, minicomputers ancora più piccoli, se possibile. Alcuni di questi hanno uno schermo da 7 pollici che ruota su se stesso per trasformarsi in un tablet pc. A metà strada tra il netbook e la nuova categoria dei MID (Mobile internet device), sono una riedizione (in chiave web mobile) dei palmari. Girano sotto Vista, hanno una tastiera estesa qwerty di dimensioni ridotte e il display è touch.

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