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lunedì, Maggio 6, 2024
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Palazzinari colpiti da divieto di dimora a Giugliano

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di TONIA LIMATOLA





GIUGLIANO – Palazzinari colpiti da divieto di dimora a Giugliano. Questa la mossa della Cassazione che arricchisce le strategie messe in campo dai Comuni e dalle forze dell’ordine per tenere sotto controllo l’abusivismo edilizio nel Giuglianese.
Nel giro di un ventennio l’area a nord di Napoli ha accolto migliaia di nuovi residenti perlopiù in abitazioni realizzate senza regolare licenza e spesso in barba a vincoli ambientali, archeologici e paesaggistici. Insomma un vero scempio.
Ed ora fa discutere la sentenza 26477 della Terza sezione penale della Cassazione.
«È giusto prevedere il divieto di dimora per chi costruisce abitazioni senza l’autorizzazione edilizia e per di più in luoghi vincolati». In pratica chi commette gravi violazioni edilizie rischia di non poter risiedere, né mettere piede, nelle località dove ha costruito rovinando l’ambiente. Con questa decisione, i supremi giudici hanno accolto il ricorso della Procura del tribunale di Napoli che protestava perché a due costruttori (Guglielmo e Giuseppe C.), indagati per aver costruito a Giugliano un palazzo in cemento armato di tre piani, ciascuno di 460 metri quadrati, era stato revocato il divieto di dimora comminato dal giudice per le indagigi preliminari. La misura era stata sostituita con quella «meno affittiva» dell’obbligo di presentarsi, ogni giorno, al commissariato di Polizia. Ad avviso del tribunale in questo modo si esercitava sui due costruttori abusivi un «deterrente psicologico» che li avrebbe scoraggiati dal portare avanti la costruzione selvaggia. Anche perché poliziotti e vigili «avrebbero potuto controllare la futura condotta degli indagati».
Ma la Cassazione ha accolto la protesta della Procura e ha ripristinato l’originario divieto di dimora sottolineando che questa misura è quella più adeguata per prevenire il «pericolo di ulteriore proseguimento abusivo dell’opera». In definitiva un’arma in più contro gli abusi edilizi nel Giuglianese.
La vicenda è complessa. In molti casi il condono edilizio ha fatto sparire i sigilli, sgravando, così, la mole di lavoro. Anche se sulle scrivanie degli ufficiali giudiziari ritornano, periodicamente, i provvedimenti della Procura per il sequestro e l’abbattimento dei manufatti abusivi sui suoli ex Onc di Licola mare e Varcaturo. Ma di proroga in proroga, le demolizioni vengono sempre rimandate. Insomma non si abbatte e gli abusivi continuano a lavorare indisturbati, confidando anche sull’intera area dell’ampio territorio. In più, tra vecchio e nuovo condono, nei sette comuni del Giuglianese giacciono in attesa di essere esaminate almeno 15mila pratiche.
Negli ultimi anni a Giugliano sono stati mandati giù solo tre manufatti, di cui un’unica abitazione a Varcaturo, realizzata in violazione di un vincolo militare.
Adesso si conta sull’attivazione del nuovo servizio di rilevazioni aree, condotto da un pool di tecnici e vigili urbani a bordo di un elicottero, che nel giro di quattro mesi ha già fatto scattare un centinaio di sequestri. Gli illeciti si concentrano tra la circumvallazione esterna e la fascia costiera, tra Licola, Varcaturo e Lago Patria.




In azione anche dieci uomini del Nae

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A Giugliano arriva il Nae. È la sigla che indica il «Nucleo antiabusivismo edilizio», nato proprio nei giorni scorsi grazie all’accordo tra Comune e commissariato di Polizia. Il pool di uomini, composto da 10 persone, sarà presto al lavoro per scongiurare nuovi abusi sul territorio. La sinergia tra tecnici comunali e forze dell’ordine, con i vigili urbani in prima linea, dovrebbe colmare il vuoto di controlli sull’ampio territorio, vasto oltre 92 chilometri quadri, di cui una grossa fetta si sviluppa in zone di campagna. Mappa del territorio alla mano e grazie alle segnalazioni ad hoc fornite dal servizio aereo, si potranno raggiungere in tempo reale i luoghi dove si svolgono gli illeciti ed apporre i sigilli. Senza contare che la presenza continua delle forze dell’ordine dovrebbe servire a scongiurare l’avvio di nuovi cantieri.


IL MATTINO 26 GIUGNO 2003

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