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sabato, Giugno 29, 2024
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ANCORA FIAMME NELL’INFERNO RESIT

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dall’inviato a Tre Ponti Parete (Giugliano)





Brucia ancora la montagna di rifiuti. Non sono bastate 48 ore per domare il rogo scoppiato l’altra mattina a Tre Ponti, nel deposito di ecoballe. Le fiamme sono indomabili, il fumo alla diossina ha invaso l’intera area a ridosso dell’asse mediano, tra Giugliano e Parete. “In due giorni di lavoro siamo riusciti appena a contenere l’incendio, il fuoco sembra vincere” confessano i vigili del fuoco. Bruciano almeno 10mila ecoballe, disposte su nove piani. Il rogo è scoppiato all’alba di sabato. Un molotov lanciata dalla strada, o forse un raid ben preparato. “Non ci sono dubbi: l’origine è dolosa” ripetano da ore gli investigatori. Nel mirino dei piromani il sito di stoccaggio gestito dal bacino Napoli 3, la Resit. Discarica privata per tanti anni, è stata di recente acquisita dal Commissariato per lo stoccaggio provvisorio delle ecoballe di cdr. Ovvero: quelle immense montagne di combustibile da rifiuti destinate ad essere incenerite in inesistenti termovalorizzatori. Per il subcommissario Facchi restano “parecchi punti oscuri da chiarire” nella vicenda. “Il tutto – spiega – si è verificato subito dopo la decisione di chiudere l’impianto, che non avrebbe più accolto ecoballe”. Quali interessi si andavano, dunque, a toccare con la chiusura della Resit? Si tratta di un’intimidazione, racket o di cos’altro? Lo scenario è inquietante e lascia spazio a molti interrogativi. Sul caso è stata intanto aperta un’indagine dagli agenti del Commissariato di Giugliano, diretti dal vicequestore Alberto Francini e dal vicequestore aggiunto Pietro Paolo Auriemma. Difficile, per ora, risalire ai mandanti dell’attentato.
Il problema più urgente resta l’incendio. “La situazione è tragica – confessa un vigile del fuoco della stazione Monteruscello – . Saranno necessari almeno altri due giorni prima di spegnere il rogo. Con l’acqua riusciamo appena a tamponare le fiamme. Placarle è molto più difficile: stiamo provando con il terreno”. Il fumo, intanto, invade tutto. Città, campagne. Una nube grigia alla diossina dilaga dal Giuglianese all’Aversano. Gli spruzzi d’acqua gelida dei vigili sembrano non potere nulla contro le colonne di fuoco che sovrastavano l’area. Le fiamme resistono anche ai getti più violenti, rinvigorite dal vento e alimentate dalla loro stessa furia. “Mancano le autobotti, non ce la facciamo con quelle a disposizione – dice un altro pompiere – . Non riusciamo neanche a fargli il solletico, a questo incendio”. Già: difficile domare le fiamme su una catasta di rifiuti fatta proprio per bruciare. Ripetutamente sono rimaste a secco le autocisterne, poi rifornite al vicino mercato ortofrutticolo. Alle 21.30 di ieri la situazione non era molto diversa da quella registrata nel tardo pomeriggio. Lingue di fuoco indomabili, una puzza nauseabonda. E un’immensa cappa grigia di fumo alla diossina.

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