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domenica, Giugno 30, 2024
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BRUCIA LA DISCARICA ABUSIVA

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Scoperto sversatoio abusivo tra Giugliano e Qualiano. In fiamme fusti di sostanze tossiche





dall’inviato


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GIUGLIANO – Non conoscono giorni festivi i trafficanti di rifiuti fuorilegge. Ieri è stata scoperta l’ennesima discarica abusiva a ridosso della circumvallazione esterna, nelle campagne tra Giugliano e Qualiano. Una nube di fumo nero ed un odore insopportabile di bruciato hanno portato alla scoperta dello sversatoio abusivo, invisibile dalla strada perché coperto da un vecchio cascinale abbandonato. In fiamme centinaia di fusti contenenti sostanze tossiche, assieme ad altro materiale ancora da identificare. L’incendio è stato domato dai vigili del fuoco della stazione Scampia: due autobotti al lavoro hanno permesso di circoscrivere il rogo in breve tempo.


Sul posto gli agenti del Commissariato di Giugliano, diretti dal vicequestore Alberto Francini e dal vicequestore aggiunto Pietro Paolo Auriemma. Il sito è stato sequestrato; si attendono per oggi i rilievi da parte dell’Asl. In corso gli accertamenti della polizia: si cerca di risalire all’origine dei rifiuti e ai possibili “pusher”.“E’ probabile che i fusti provengano da altre province – azzardano gli investigatori – o addirittura da altre regioni. Potrebbe trattarsi di scarti di concerie e calzaturifici. Ma niente di sicuro per ora”. Più inquietante l’ipotesi avanzata dai membri del comitato Ponte Riccio e dai volontari di Legambiente, che hanno lanciato l’allarme. I fusti (almeno due carichi di tir) sarebbero stati scaricati vuoti in un primo momento; sarebbero poi stati riempiti con sostanze tossiche: acidi, solventi, scarti industriali… Si spiega, così, la presenza di un lungo tubo flessibile ritrovato a terra, nei pressi delle taniche. Infine è stato appiccato l’incendio.


L’episodio non fa che accrescere l’allarme su un territorio già profondamente segnato. La discarica si trova a ridosso del binario ferroviario Napoli- Villa Literno, nei pressi della circumvallazione esterna di Qualiano e dell’asse mediano: in pochi chilometri sono concentrate decine di vecchie discariche, un impianto di Cdr, una cava per la fos e 12 mega-piazzole per lo stoccaggio delle ecoballe. Appena una settimana fa è scoppiato un gigantesco incendio nella discarica Resit: in fiamme 9 mila tonnellate di rifiuti destinati agli inceneritori di Acerra e Santa Maria La Fossa.
“E’ una terra di nessuno, questa” denunciano i comitati di quartiere e le associazioni ambientaliste.
Ogni piazzola, una discarica. Televisori e calcinacci, lavatrici e vecchi mobili. E poi loro, i rifiuti tossici. Tra campi e cascine del Giuglianese. Tante strade, infiniti viottoli abbandonati. Un territorio sterminato che inghiotte rifiuti da anni. Abusivi e non. La tecnica è quella di sempre, secondo il rapporto “Ecomafie 2003” di Legambiente. I furgoncini arrivano di notte, chissà da dove. Trovano persone fidate ad aspettarli, scaricano i rifiuti illegali. Poi appiccano il fuoco. I piromani colpiscono con stracci e taniche di benzina, creano trappole di fuoco a lenta combustione. Il gioco è semplice. Si risparmiano così fior di milioni per lo smaltimento legale. La pratica iniziò negli anni Ottanta. Da allora non si è più fermata. Denunce, inchieste giudiziarie, avvisi di garanzie. Pochi i risultati. Dove le strade si allargano in piazzole sterrate, ogni notte, lo scarico continua…




TAGLIALATELA: PRONTE MISURE DI BONIFICA E PREVENZIONE



GIUGLIANO (U. Fer.) – “Ennesimo atto criminale, bisogna intervenire con tempestività”. Francesco Taglialatela, sindaco di Giugliano, è stato informato telefonicamente dell’incendio scoppiato nella discarica abusiva sulla circumvallazione esterna. “Aspettiamo i risultati dell’Asl prima di individuare le misure di bonifica e prevenzione”, dice. Il primo cittadino si recherà questa mattina sul luogo dell’incendio. “Voglio verificare di persona cosa è stato sversato”, spiega. “Quest’incendio non fa che accrescere la preoccupazione per il nostro territorio” riprende il sindaco. Quelle appena trascorse sono state due settimane di fuoco per il primo cittadino di Giugliano. Tutto è cominciato con il rogo nel deposito di ecoballe. “Continuo ad essere contrario all’interramento delle balle nella Resit. Ci sono dei patti, vanno rispettati. Basta con gli scempi”. Dello stesso parere Clotilde Adamo, consigliera circoscrizionale di Lago Patria e presidente del Comitato Ponte Riccio. “Siamo stanchi di questi ripetuti incendi – dichiara – . Oramai le discariche abusive non si contano più: spuntano come funghi ai margini delle strade. Chiediamo la recinzione dei terreni ed un presidio costante della zona. Non ne possiamo più dei continui allarmi”.





IL presidente di Legambiente: la mano dei soliti ignoti, con gli interessi di sempre

«VIA DALLE TERRE DELLA VERGOGNA»





GIUGLIANO
(U. Fer.) – “Via dalle terre della vergogna”. Raffaele Del Giudice, presidente territoriale di Legambiente, lancia “l’ennesimo appello affinché tutti si adoperino per fermare i delitti ambientali” nel Giuglianese. “Dietro gli incendi e le discariche – denuncia – si nascondono i soliti ignoti, con gli stessi interessi, le motivazioni di sempre”.


Presidente, ancora un incendio in meno di una settimana. Stessa zona, simile la dinamica. Sabato scorso andarono in fiamme le ecoballe di Cdr, oggi i rifiuti tossici illegali. Cosa sta succedendo?


Succede quello che da anni denunciamo con forza: il territorio è ormai abbandonato, è terra di vergogna, di malattie gravi. E’ terra di ecomafia.


Sembra, insomma, confermata la tesi sostenuta nell’ultimo rapporto “Ecomafia” di Legambiente: questo è davvero l’hinterland dei fuochi?


Sicuramente, non ci sono dubbi. L’azione di Legambiente sul territorio è costante, per cui i nostri dati sono inconfutabili, a tal punto che il rapporto “Ecomafia” è diventato uno strumento indispensabile per combattere i ladri di futuro. Ma in questo momento il territorio è indifeso: va dichiarato lo stato di emergenza.


Che idea se ne è fatta di questo incendio? Chi potrebbe esserci dietro?


Se la situazione non fosse così tragica, mi verrebbe in mente una battuta: i soliti ignoti. Ma la gravità dell’inquinamento atmosferico e del suolo e i danni alla salute dei tutti cittadini, ivi compresi quelli ancora non nati (mi riferisco alle gravi malformazioni fetali e neonatali aumentate vertiginosamente in queste zone) mi richiamo ad un ennesimo sdegnoso grido disperato affinché tutti, ad ogni livello, si adoperino per fermare la strage.


Nella discarica è stata ritrovata una pompa flessibile. A cosa potrebbe essere servita?


A conferma delle nostre denunce, la tecnica di sversare liquidi tossici e poi dargli fuoco è ormai acclarata. Si immagini la rapidità di questa tecnica e la enorme quantità di veleno che ormai respiriamo da anni.


Quello a ridosso della circumvallazione esterna è un territorio ad alto rischio ambientale: discariche abusive, continui incendi notturni… Chi presidia questa zona?


Nessuno, è praticamente abbandonata. I disagi di questa zona (ivi compresi la microcriminalità, abusivismo, la prostituzione, lo schiavismo a cui sono ridotti molti cittadini extracomunitari) e i disastri ambientali denunciati da più di dieci anni sono incalcolabili. Siamo le terre della vergogna, e a molti conviene.






IL PRECEDENTE: FIAMME NELLA RESIT 9 GIORNI FA




GIUGLIANO (I.M.)
-Duecento metri in linea d’aria. A poca distanza dal rogo della discarica abusiva, scoppiò un altro incendio. Era il 9 agosto, poco più di una settimana fa. In fiamme novemila delle 50mila tonnellate di Cdr (combustibile da rifiuti) stipate nell’ex discarica Resit, attualmente gestita dal Consorzio di bacino Napoli 3 per conto del Commissariato di governo. Tre giorni di fiamme e fumo alla diossina che hanno avvelenato aria e campi circostanti. “Non ci sono dubbi: l’origine di quel rogo è dolosa” ripetono gli investigatori. Per il subcommissario Giulio Facchi restano “parecchi punti oscuri da chiarire” nella vicenda. “Il tutto – spiega – si è verificato subito dopo la decisione di chiudere l’impianto, che non avrebbe più accolto ecoballe”. Secondo il presidente del
Consorzio di bacino, Mimmo Pinto, che è stato ascoltato dalla polizia, “forse sono stati toccati interessi particolari dalle scelte fatte per liberare i nostri territori dall’emergenza”. Lo scenario è inquietante e lascia spazio a molti interrogativi. Sul caso è stata aperta un’inchiesta dagli agenti del locale Commissariato di polizia.

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