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Ucciso pregiudicato a Giugliano, l’articolo del «Mattino»

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EX CUTOLIANO CENTRATO DA UN SOLO COLPO DI PISTOLA. DOVEVA RIENTRARE A REBIBBIA A FERRAGOSTO



Giugliano, ucciso pregiudicato in permesso premio



di MARCO DI CATERINO




Un colpo solo. Un’esecuzione feroce. Il proiettile, sparato a una distanza di appena due metri, dal basso verso l’alto, lo ha trapassato da parte a parte. Mauro Gerardo, 44 anni, una vita da leone nelle file della Nuova camorra organizzata, è morto all’istante. Il corpo, stramazzato sul terreno fresco di una vigna, accanto a una rete di recinzione, era in una pozza di sangue. A faccia in giù, con le gambe incrociate, il petto squarciato e le braccia orribilmente lacerate forse proprio da quel filo spinato che aveva tentato di superare per sfuggire ai suoi assassini. Mauro Gerardo ha percorso disperatamente tra i vitigni di una stradina sterrata – in via Oasi del Sacro Cuore, al confine tra Aversa e Giugliano – gli ultimi cento metri della sua esistenza. I killer, forse due, lo hanno raggiunto e giustiziato.
Ad avvisare il 112 è stato il proprietario del fondo che ieri, intorno alle 17, si trovava in campagna per completare il lavoro di potatura alla vigna. Ancora sotto choc per la terribile scoperta, l’uomo, col telefono cellulare si è messo in contatto con la centrale operativa dei carabinieri. Pochi minuti e sul posto sono arrivati i militari della compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Gianluca Trombetti, che hanno trovato accanto al cadavere una pistola a tamburo, di grosso calibro, probabilmente la stessa arma usata dagli assassini e poi abbandonata. L’identificazione è stata fatta però soltanto dopo l’arrivo del medico legale che ha stabilito l’ora della morte: verso le prime luci dell’alba. Nella tasca del pantalone bermuda blu indossato dalla vittima solo poche banconote e un foglio: il permesso rilasciato dal Tribunale di sorveglianza di Roma che gli aveva concesso una licenza premio per Ferragosto con scadenza proprio il giorno 15. Mauro Gerardo sarebbe dovuto rientrare nel carcere di Rebibbia per contiunuare a scontare una pena per omicidio e associazione di stampo mafioso.
Per tutta la notte gli investigatori hanno esaminato il fascicolo cercando di scoprire, attraverso il suo passato criminale, la chiave dell’omicidio. Gli inquirenti sono convinti che Mauro Gerardo, orginario di Cisterna di Latina, sia stato attirato in una trappola da qualcuno che lui conosceva bene, di cui si fidava. Qualcuno che gli ha dato un appuntamento preciso, in un posto isolato, ma comunque vicino agli svincoli dell’Asse mediano in maniera da allontanarsi più facilmente dopo il delitto.
Proprio in questa zona, alla fine degli anni Ottanta si è combattuta la fase più feroce dello scontro tra la Nco di Raffaele Cutolo e il cartello della Nuova famiglia controllata quest’ultima dalla temibile cosca dei Casalesi. Ed è proprio in questo contesto che si stanno muovendo le prime indagini su un «regolamento di conti» arrivato dopo anni e anni.



IL MATTINO 19 AGOSTO 2003

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