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domenica, Giugno 30, 2024
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MELITO, DANNO FUOCO AD UN TRANS

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MELITOHanno picchiato, cosparso di benzina ed infine dato fuoco a un transessuale di 39 anni, Roberto T. L’uomo è stato trasportato d’urgenza al centro ustionati del Cardarelli di Napoli dove è ancora in prognosi riservata, anche se non viene considerato in pericolo di vita. L’episodio è avvenuto lungo la circonvallazione esterna che collega i paesi dell’entroterra a nord di Napoli , nei pressi della rotonda di Melito. Noto nella zona, dove sosta abitualmente, l’uomo è stato avvicinato da una vettura. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, pare che Enrico abbia avuto un violento diverbio con gli occupanti della vettura, che si sono allontanati subito dopo la lite. In seguito due motorini con a bordo quattro individui sono giunti sul luogo e lo hanno aggredito con pugni e calci prima di dargli fuoco. La polizia ha escluso che si sia trattato di un episodio di violenza razzista e ritiene che l’aggressione sia riconducibile a una vendetta della malavita. IL MANIFESTO 20 AGOSTO 2003



DALL’INVIATO DEL «MATTINO» A MELITO


LAURA CESARANO





«Ma quale debito di droga, qui senza soldi la roba a quelli lì non la dà nessuno». Maurizio, 28 anni («il cognome non te lo dico: ho un processo per associazione») vive alla rotonda di Melito e sull’aggressione dell’altra notte ha già le idee chiare: il transessuale di Giugliano che è stato cosparso di benzina e bruciato proprio lì, davanti al mercato, e che ora si trova ricoverato al Cardarelli in gravi condizioni, secondo lui è finito nelle mani di una banda di balordi: forse erano drogati, o ubriachi, o forse si volevano solo divertire, «volevano pariare».
Non hanno certezze altrettanto sbrigative, invece, al commissariato di polizia di Giugliano, dove gli uomini del vicequestore Francini stanno indagando sul caso. A loro risulta che Vincenzo Taglialatela, 39 anni, parrucchiere a domicilio (ha lasciato negozio e socio qualche tempo fa), facesse uso di droga. E che ogni notte si prostituisse davanti all’ortofrutticolo, alla rotonda di Melito. Per la polizia l’ipotesi più attendibile è che qualcuno abbia voluto punirlo per uno sgarro, un debito. Vincenzo ha un precedente per detenzione di droga.
Quel che si sa dell’atroce aggressione è stata proprio la vittima a raccontarlo. Erano le due di notte e Vincenzo era fermo al solito posto, davanti al mercato di Melito. Quattro persone a bordo di un’auto scura gli si sono avvicinate: in pochi istanti è nata una discussione accesa, poi l’auto si è allontanata. Vincenzo ha raccontato che poco dopo le stesse persone sono tornate alla rotonda, ma in sella a due motorini. E che senza dire una parola gli hanno rovesciato addosso una tanica di benzina, e hanno appiccato il fuoco con un accendino. Alle 2.50 la telefonata anonima al 113. Correte alla rotonda di Melito, mandate un’ambulanza. Sul posto nessuno, neppure gli altri trans che frequentano la zona. Solo Vincenzo riverso a terra, distrutto ma ancora lucido, abbastanza per raccontare la sua versione, l’unica, dell’accaduto. Vincenzo ha riportato gravi ustioni sul 60 per cento del corpo, e ora combatte con la morte. La madre che vive con lui e che a Giugliano ha una lavanderia, al reparto grandi ustionati del Cardarelli veglia sul figlio attraverso un vetro, dividendo il suo dolore composto con una sorella arrivata da Roma.
Alle due del pomeriggio, a via Orazio, la casa di Vincenzo – un appartamento in una palazzina a due piani – ha le finestre sprangate. Ada Grieco, una vicina, si affaccia a guardare chi passa, con lei ci sono i suoi due bambini. Le chiediamo se conosce Vincenzo, e lei, che non sa nulla dell’aggressione, scoppia in lacrime, mentre un lampo di sgomento passa negli occhi dei piccoli. «Io sono estetista, Vincenzo è un amico e anche un cliente, ed è un caro ragazzo: pure i bambini gli vogliono bene». Ada non crede che Vincenzo si prostituisca, né che faccia uso di droghe. «L’ho visto uscire spesso di notte, ma ho sempre pensato che avesse qualche relazione burrascosa. Ce la farà?». Per ora i medici non lo sanno: le prossime 24 ore saranno decisive.

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Mercoledì 20 Agosto 2003


I condomini ricorrono ai vigilantes




L’operazione Alto Impatto è agli sgoccioli. Dopo l’aggressione, nella serata di ieri la questura di Napoli ha disposto controlli a tappeto sul territorio di Melito. Ma tra poco il commissariato di Giugliano, da cui dipendono i territori di sette comuni, tornerà a contare soltanto sulle sue due volanti. Ha squadre molto più numerose, invece, la criminalità. Quella organizzata, che fa capo al cartello di Secondigliano. E quella dei cani sciolti. Ieri mattina all’ingresso dell’ufficio postale l’ultimo colpo, tanto facile che lo scippatore di turno lo ha messo a segno a piedi. Vittima un’anziana di Giugliano, F.C. 66 anni, che si è vista portare via in un attimo i 900 euro della sua pensione. Dicono che qualche tempo fa i ladri andavano a piedi anche per rubare negli appartamenti. Da Scampia attraversavano la strada, svaligiavano, e in quattro salti erano di nuovo a casa. Sarà per questo che nelle palazzine nuove che confinano con la periferia di Napoli i condomini hanno assunto, per difendere le loro case, poliziotti privati a tempo pieno.
l.c.






CITTADINI ESASPERATI: ««Questa è terra
di nessuno»



All’ingresso dell’ortofrutticolo c’è poca voglia di parlare. Qualcuno, anzi, davanti alle macchine fotografiche e alle telecamere attirate a Melito dall’efferatezza dell’aggressione comincia ad agitarsi. Un giovane dipendente del mercato si avvicina a un fotografo che sta lavorando, sembra quasi che lo voglia dissuadere. Un ausiliare del traffico gli dice di allontanarsi. Volano offese, qualche velata minaccia. Poi le acque si calmano. «Non ho visto nulla», hanno urgenza di precisare quanti vengono invitati a parlare di quel che è successo. Pasquale Perillo, un anziano che lavora al mercato, è l’unico che si avvicina spontaneamente ai giornalisti. «È sempre sbagliato far del male al prossimo. Ma bisogna vedere chi ha torto e chi ha ragione», sentenzia ermetico. «La verità – gli fa eco Pasquale Fiorino, un collega più giovane – è che qui ci vorrebbe un posto di blocco ad ogni via. Finché non si riuscirà a fare questo, per il nostro territorio non ci sarà nessuna speranza».
l.c.




IL MATTINO 20 AGOSTO 2003

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