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Parte la fase 2 per le vaccinazioni: ma non tutti vogliono la dose

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«Tutti i vaccini contro i virus influenzali sono efficaci quasi al 90 per cento. Mi sono sottoposto alla vaccinazione contro l’H1N1 venti giorni fa. È una misura sanitaria molto importante per ridurre la diffusione della malattia e limitare lo sviluppo di complicanze respiratorie». Non ha dubbi Gennaro D’Amato, direttore della Divisione di malattie respiratorie e allergiche dell’ospedale Cardarelli, sulle azioni da adottare contro la nuova influenza. Non teme gli effetti collaterali del vaccino? «No. Le eventuali reazioni avverse dell’organismo, nei rari casi in cui si manifestano, sono minime: come allergie locali o un poco di febbre. I benefici del vaccino sono sicuramente maggiori rispetto agli effetti negativi». Perché ha scelto di vaccinarsi? «Credo nell’impiego dei vaccini. Se dovessimo ascoltare tutti quelli che sono contrari a tali farmaci avremmo ancora molte gravi malattie, che invece sono scomparse. I medici e il personale infermieristico devono poi vaccinarsi per evitare di diffondere il virus. Nel mio reparto tanti miei collaboratori si sono sottoposti a tale misura di prevenzione. Molti dubbi sul vaccino contro l’influenza A non si basano su dati scientifici». Si dice che alcune sostanze che compongono il vaccino siano dannose. «Lo squalene, di cui si parla in questi giorni, è un adiuvante: ossia serve per potenziare l’effetto del medicinale. Ma attualmente non esistono dati scientifici, reali, che accertino la pericolosità di tale sostanza sull’uomo. Inoltre, è già stato impiegato per la preparazione di altri vaccini influenzali e non ha prodotto conseguenze negative. Personalmente mi sottopongo, da sei-sette anni, anche alla vaccinazione contro le normali influenze stagionali». Quale copertura dà il vaccino contro l’influenza A? «Gli effetti iniziano dopo circa tre settimane dalla vaccinazione. È l’arco di tempo necessario per la formazione degli anticorpi contro il virus». Quanto tempo dura l’efficacia del vaccino? «Mediamente si è protetti contro l’influenza per alcuni mesi. Anche se l’efficacia dipende da diversi fattori, come la risposta individuale di chi si sottopone alla vaccinazione».

ALESSANDRA GRASSI

Il Mattino il 05/11/09

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«Dubbi sulle sostanze basta la mascherina»

«Non mi vaccinerò. Credo che medici e infermieri, rispettando precise norme di igiene sanitaria, possano evitare la vaccinazione. Ritengo che sia invece più a rischio il mondo della scuola. Inoltre il vaccino ha ancora dei limiti: è stato preparato in tempi molto brevi e c’è ancora qualche dubbio sulle sostanze che lo compongono». Così Alessandro Sanduzzi, direttore della Clinica per le malattie dell’apparato respiratorio dell’Università Federico II presso il Monaldi di Napoli. Che cosa intende per norme di igiene sanitaria? «Voglio dire che gli operatori sanitari possono anche non vaccinarsi contro l’H1N1 se seguono determinate precauzioni: come indossare mascherine e guanti per visitare i pazienti o lavarsi bene le mani dopo essere entrati in contatto con un ammalato. Insomma indicazioni ”universali” che non sempre sono rispettate». Sono sufficienti tali precauzioni per i medici? «Sì, se sono applicate in maniera puntuale e costante da tutti. Non siamo noi medici i soggetti a rischio». Chi è più esposto alla nuova influenza? «Principalmente gli insegnanti e gli alunni. È più facile che il contagio avvenga tra gli studenti: i ragazzini, per esempio, portano spesso penne e matite alla bocca, possono stare a diretto contatto con un compagno di classe con l’influenza, difficilmente si lavano con cura le mani a scuola. E anche i docenti sono esposti maggiormente all’influenza. Insomma, ci sono dei comportamenti che rendono più probabile la diffusione del virus responsabile dell’influenza A. In questi casi è necessaria una maggiore precauzione ed eventualmente la vaccinazione». Alcuni pensano che il vaccino sia pericoloso. «Chiariamo, i vaccini sono efficaci e nel caso dell’influenza A la vaccinazione è da consigliare a soggetti a rischio, con determinate patologie: come asmatici, persone con malattie respiratorie o diabetici. Però ogni vaccino può avere degli effetti secondari negativi sull’uomo: da una semplice risposta allergica a reazioni anafilattiche più gravi. Inoltre, l’antidoto contro l’H1N1 è stato preparato in tempi brevi e non c’è certezza su eventuali danni collaterali nel tempo. Poi lo squalene, che lo compone, ha avuto conseguenze negative sugli animali da laboratorio».

ALESSANDRA GRASSI

Il Mattino il 05/11/09

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