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lunedì, Luglio 1, 2024
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Finto disoccupato, in banca un conto da Paperone: faceva l’usuraio

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GIUGLIANO. Disoccupato con un conto bancario milionario. Gaetano Virgilio, una vita passata tra il collocamento e gli sportelli di credito, la sua professione ce l’aveva eccome: faceva l’usuraio. È stato arrestato ieri pomeriggio, in una banca di via Miano, a Napoli. L’operazione è stata condotta dal pm Brunetti della procura partenopea e dai carabinieri della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Trombetti e dai tenenti Guardiani e De Simone. Virgilio deve rispondere di illecita intermediazione finanziaria. Secondo gli investigatori, gestiva un giro d’affari per oltre settecentomila euro annui, un miliardo e mezzo di vecchie lire.
Le indagini erano in corso da tempo, addirittura dal Duemila: pedinamenti, controlli, intercettazioni telefoniche e ambientali. Poi l’arresto di ieri. I carabinieri ritengono che l’uomo sia l’elemento di spicco di una vasta organizzazione di «cravattari» ben ramificata sul territorio. Capace di procurare ingenti somme di denaro in brevissimo tempo, per poi reclamarle con interessi astronomici. Non si escludono nuovi arresti per le prossime ore: la posizione di altri soggetti è al vaglio degli inquirenti. E i magistrati stanno anche esaminando un possibile legame di Virgilio con la criminalità organizzata. Un pezzo così grosso – fanno capire in Procura – non poteva agire da solo.
Virgilio, residente a Giugliano, era ufficialmente disoccupato. Nessun reddito fisso, nessuna occupazione. Il suo conto bancario, però, contava migliaia di euro, con frequenti movimenti di denaro. Significativo il fatto che l’uomo sia stato arrestato in una banca. Lì adocchiava le sue vittime. Lì faceva i suoi affari. Il miraggio di un prestito, un accordo in pochi minuti, la busta col denaro contante in cambio della promessa impossibile: i soldi al mittente dovranno tornare entro un anno, con gli interessi.
Al momento sono in corso ulteriori verifiche, in queste ore i carabinieri stanno ascoltando alcune vittime disposte a parlare: il muro del silenzio che ha protetto per molto tempo il giro illecito sembra insomma pronto a cadere. Sarebbero decine le persone incappate nella morsa dell’usuraio-disoccupato, ma poche hanno avuto il coraggio della denuncia. Incastrate in un meccanismo dove la pressione psicologica gioca un ruolo fondamentale. Alla Procura della Repubblica il silenzio è d’obbligo. Comprensibile, su una vicenda delicata nella quale bisogna tutelare l’incolumità delle vittime. Commercianti, imprenditori, piccoli artigiani di periferia. Persone costrette ad annaspare tra i debiti, con lo strozzino che bussa alla porta praticamente ogni giorno. E pretende interessi stratosferici. Ora c’è che ha fornito documentazione e riscontri agli inquirenti. Per dare ancora più forza ai controlli incrociati, nel tentativo di dare un volto a professionisti del crimine senza scrupoli.



ANTONIO POZIELLO – IL MATTINO 14 GENNAIO 2004

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