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sabato, Giugno 22, 2024
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Rifiuti, la rivolta dei sindaci

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Scuole, uffici e mercati rionali chiusi in quattordici comuni del casertano sommersi dalla spazzatura. Il piano d’emergenza presentato dal commissario straordinario non piace ai primi cittadini che lanciano l’allarme sanitario. Aversa epicentro della crisi. Rabbia e cassonetti in fiamme. Il ministro dell’ambiente Matteoli: «Dietro le proteste c’è la camorra»




ILARIA URBANI





La primavera che si prepara a vivere la Campania sembra ormai compromessa. L’allarme rifiuti continua a crescere. Serviranno forse tre mesi per risolvere la crisi, nel frattempo incalza la protesta. I sindaci di quattordici comuni del casertano non ci stanno più ad essere «la pattumiera di Napoli» e da oggi hanno disposto la chiusura di scuole, mercati e uffici pubblici. I comuni in questione sono Aversa, Castelvolturno, Villa Literno, Trentola Ducenta, Parete, Lusciano, San Cipriano D’Aversa, Casapesenna, Villa di Briano, San Marcellino, Casal di Principe, Frignano, Cesa e Teverola. Se l’emergenza dovesse rimanere così grave, da lunedì sono pronti a chiudere anche tutti gli uffici comunali, garantendo solo i servizi pubblici essenziali. La decisione dei sindaci dell’agro-aversano fa discutere ma è l’effetto reale di un bilancio esasperato che si continua a registrare in molti dei comuni dell’hinterland partenopeo. «Per tutelare la salute dei miei concittadini è l’unica cosa che posso fare», spiega Domenico Ciaramella, sindaco di Aversa. I cumuli di spazzatura stanno raggiungendo livelli sempre alti, la puzza nauseabonda dei rifiuti non dà tregua a molti centri cittadini. Lo scenario che si ripete ogni notte è lo stesso ovunque. Mucchi di immondizia che strabordano dai cassonetti sono dati sistematicamente alle fiamme e impegnano per ore i vigili del fuoco. Nei giorni scorsi sono arrivate richieste d’aiuto al 115 anche a Salerno, dove un panettiere non riusciva nemmeno ad entrare nel suo negozio a causa di chili e chili di rifiuti ammassati all’entrata.

D’altra parte arrivano primi cenni di miglioramento. Per esempio ad Aversa, dove la raccolta è parzialmente iniziata. Ma la situazione resta invariata nei comuni di Giugliano, Casoria, Frattamaggiore e in parte del comune di Napoli. Anche nel comune di Marano la soglia d’attenzione sta leggermente scendendo. «Stiamo cercando di calibrare il danno – spiega Mauro Bertini, sindaco di Marano – mercoledì siamo riusciti a sversare 38 tonnellate di rifiuti nell’impianto di Pascarola, una frazione di Caivano. La Fibe spa, l’azienda a cui è affidato questo compito, deve ritornare a fare il proprio dovere. La società – continua Bertini – ha un contratto esclusivo per sversare i rifiuti, quindi le cifre che in questi giorni stanno provvedendo a sborsare i comuni per supplire questa mancanza, saranno poi richieste alla Fibe».

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Si comprende che i comuni non possono essere in grado di gestire da soli la questione rifiuti. Sono infatti oltre quattromila le tonnellate complessive accumulate nelle ultime settimane nelle strade della Campania. Mentre sono in programma le trattative per «esportare» i rifiuti tra Umbria, Emilia Romagna e Lombardia con l’aiuto di alcune aziende pubbliche tra cui Asìa, Pomigliano Ambiente, Gesco e Napoli 1. La regione ha stanziato 10 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza ed altri tre per la raccolta differenziata. Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, spiega che un altro dei siti individuati per sversare i rifiuti, in questa fase critica, è Brescia.

Dello stesso parere Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania. «Portare i rifiuti nelle altre regioni – auspica Buonomo – è l’unica soluzione possibile nell’immediato; non ci sono altre alternative in queste ore». Il costo per ogni chilo di spazzatura portato fuori regione è di oltre 200 delle vecchie lire.

Il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Corrado Catenacci ha chiesto un intervento finanziario del governo, «un intervento che ci possa consentire di sostenere provvisoriamente i maggiori oneri per l’attività di discarica fuori regione. Si tratta di spese – sottolinea Catenacci – che comunque non spetta al governo sostenere, e che poi andranno ripartite tra i soggetti pubblici e privati che istituzionalmente sono tenuti a questi compiti».

In ogni caso i cittadini continuano a sorvegliare la situazione, protestando per le strade dei paesi più colpiti dall’emergenza. E mentre Altero Matteoli, il ministro all’ambiente, bolla come strumentali le manifestazioni spontanee della popolazioni affermando che «chi scende in piazza è pilotato dalla criminalità organizzata», il deputato di Rifondazione Giovanni Russo Spena presenta un’interrogazione parlamentare al ministro dell’interno per denunciare il comportamento dei poliziotti alla manifestazione organizzata il 6 marzo scorso a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta. Russo Spena chiede spiegazioni perché «l’ordinepubblico nei confronti di lotte popolari pacifiche non venga organizzato in termini di inaccettabile repressione».



IL MANIFESTO 19 MARZO 2004

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