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Roghi tossici, la querela di 35mila campani

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Oltre trenta associazioni e più di trentamila cittadini per dire basta ai roghi tossici che stanno esasperando gli abitanti delle terre tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. Quella Terra dei fuochi, dove la popolazione deve combattere contro la combustione di rifiuti, urbani, speciali e pericolosi, con immissioni di sostanze altamente inquinanti e tossiche a tutte le ore del giorno e della notte.
Il Coordinamento Comitati fuochi, che raccoglie trentaquattro comitati attivi sul territorio, ha dato vita a un’iniziativa che culminerà in una querela a sottoscrizione popolare, che sarà depositata alle procure di Napoli, di Santa Maria Capua Vetere e di Nola, nei confronti di Regione Campania, Province di Napoli e Caserta e di ben 42 Comuni, tra i quali anche i Comuni capoluogo.

Contestata la «violazione dell’articolo 328 del Codice penale, non avendo di fatto negli anni adoperato tutti gli strumenti a loro consentiti dalla legge per fronteggiare e cercare di risolvere la problematica». Il testo vede come promotori – e conferenti mandato all’avvocato Ambrogio Vallo – i referenti delle 34 associazioni, prime firmatarie.

La querela è stata aperta a sottoscrizione popolare e la raccolta firme è stata chiusa il 30 settembre, a quota 32.520. Tante firme che testimoniano come la popolazione sia «allo stremo», spiega Antonio Marfella, tossicologo e oncologo dell’istituto nazionale tumori Irccs Fondazione G. Pascale di Napoli e referente di Isde – Medici per l’ambiente.

«La situazione è drammatica – dichiara Marfella – ed è insostenibile sul piano della salute. Ogni giorno vengono smaltite non meno di 30mila tonnellate di rifiuti tossici industriali, gran parte di queste attraverso roghi. Per ogni borsa prodotta in nero e venduta in strada a Napoli o a Caserta c’è mezzo chilo di rifiuto smaltito e nessuno sa come. La terra dei fuochì è la più grande industria in regime di evasione fiscale che il mondo possa immaginare».

I comitati parlano senza esitare di «disastro ambientale» e di «ecatombe»: l’inquinamento delle aree a nord di Napoli legato alla questione dei rifiuti, spiegano citando uno studio del 2007 della Protezione civile e dell’Organizzazione mondiale della sanità, «ha inciso in maniera irreversibile sulla popolazione locale alterandone irreparabilmente la salute e la vivibilità».

Dati alle fiamme sono materiali di ogni genere come pneumatici, cavi elettrici, elettrodomestici, rifiuti industriali ed eternit: «Sempre secondo l’Oms – scrivono – a causa della crisi dei rifiuti, in Campania si registra un aumento della mortalità del 9-12%, delle malformazioni di ben l’84% e una diffusione dei tumori stimata in crescita di 19 punti percentuali tra gli uomini e di 29 tra le donne. In alcuni punti della provincia abbiamo punte di tumori che arrivano al 400%».

Il Mattino il 14/10/2012

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