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domenica, Giugno 30, 2024
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Chiusura Psaut: tafferugli alla sede dell’Asl

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E’ scoppiato il caos questa mattina durante la protesta contro la chiusura dei centri Psaut del comprensorio Napoli nord. Il direttore generale dell’Asl Napoli 2 Giuseppe Ferraro, così come riportato anche da altri organi di stampa, è stato aggredito mentre usciva dagli uffici dell’Asl, a Monteruscello, a Pozzuoli. Secondo quanto accertato dalla polizia, Ferraro è stato schiaffeggiato da una disabile e si è poi barricato all’interno dell’ufficio postale nei pressi della sede dell’Asl per evitare di entrare in contatto con i manifestanti, tra cui un nutrito gruppo di disabili e dipendenti dell’Asl. Sulla vicenda, però, a poche ore dall’accaduto si apre una dura polemica, poiché alcuni testimoni dell’episodio, affermano che «la persona disabile – che avrebbe schiaffeggiato il dirigente dell’Asl – sarebbe prima stata strattonata e spinta a terra, proprio dallo stesso Ferraro».

LA PROTESTA. Il tutto è nato nel corso della manifestazione annunciata da giorni, contro la chiusura dei presidi medici territoriali Psaut, che secondo l’Asl partenopea, a causa della spending review non possono più continuare a restare aperti. La decisione è contestata sia dai cittadini che usufruiscono dei servizi sanitari erogati dai Psaut che dai medici impiegati all’interno delle strutture territoriali. La decisione, proprio secondo i medici, sarebbe in contrasto con le norme che regolano l’accesso dei medici alle strutture di pronto soccorso, dove da oggi, almeno in teoria, i Psaut opererebbero. Il provvedimento adottato dall’Asl Napoli 2 nord, infatti, sposta tutti i Psaut territoriali presso le strutture di Pronto Soccorso degli ospedali.

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SPOSTAMENTI SOCCORSI TERRITORIALI. Una «preordinatà», così definisce l’aggressione il direttore che la inserisce in un filone di proteste che «da giorni dipendenti e cittadini, anche disabili, stanno portando avanti contro lo spostamento dei Psaut, postazioni fisse di primo soccorso territoriale».

INTEGRAZIONE NECESSARIA. «Non so chi mi ha colpito all’orecchio e all’occhio, so che lui mi ha schiaffeggiato, altri mi spintonavano. Una brutta scena», ha raccontato Ferraro.
«Il punto è che tutti, dipendenti e cittadini, vogliono avere la sanità sotto casa. Ma questo non è più possibile in un periodo di crisi, di tagli, di assunzioni ferme. L’integrazione è necessaria».
Da qui la decisione di spostare alcuni punti di soccorso territorial, decisione che non è piaciuta a tanti.
Due persone sono state portate in commissariato per essere identificate.

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