E’ scoppiato il caos questa mattina durante la protesta contro la chiusura dei centri Psaut del comprensorio Napoli nord. Il direttore generale dell’Asl Napoli 2 Giuseppe Ferraro, così come riportato anche da altri organi di stampa, è stato aggredito mentre usciva dagli uffici dell’Asl, a Monteruscello, a Pozzuoli. Secondo quanto accertato dalla polizia, Ferraro è stato schiaffeggiato da una disabile e si è poi barricato all’interno dell’ufficio postale nei pressi della sede dell’Asl per evitare di entrare in contatto con i manifestanti, tra cui un nutrito gruppo di disabili e dipendenti dell’Asl. Sulla vicenda, però, a poche ore dall’accaduto si apre una dura polemica, poiché alcuni testimoni dell’episodio, affermano che «la persona disabile – che avrebbe schiaffeggiato il dirigente dell’Asl – sarebbe prima stata strattonata e spinta a terra, proprio dallo stesso Ferraro».
LA PROTESTA. Il tutto è nato nel corso della manifestazione annunciata da giorni, contro la chiusura dei presidi medici territoriali Psaut, che secondo l’Asl partenopea, a causa della spending review non possono più continuare a restare aperti. La decisione è contestata sia dai cittadini che usufruiscono dei servizi sanitari erogati dai Psaut che dai medici impiegati all’interno delle strutture territoriali. La decisione, proprio secondo i medici, sarebbe in contrasto con le norme che regolano l’accesso dei medici alle strutture di pronto soccorso, dove da oggi, almeno in teoria, i Psaut opererebbero. Il provvedimento adottato dall’Asl Napoli 2 nord, infatti, sposta tutti i Psaut territoriali presso le strutture di Pronto Soccorso degli ospedali.
SPOSTAMENTI SOCCORSI TERRITORIALI. Una «preordinatà», così definisce l’aggressione il direttore che la inserisce in un filone di proteste che «da giorni dipendenti e cittadini, anche disabili, stanno portando avanti contro lo spostamento dei Psaut, postazioni fisse di primo soccorso territoriale».
INTEGRAZIONE NECESSARIA. «Non so chi mi ha colpito all’orecchio e all’occhio, so che lui mi ha schiaffeggiato, altri mi spintonavano. Una brutta scena», ha raccontato Ferraro.
«Il punto è che tutti, dipendenti e cittadini, vogliono avere la sanità sotto casa. Ma questo non è più possibile in un periodo di crisi, di tagli, di assunzioni ferme. L’integrazione è necessaria».
Da qui la decisione di spostare alcuni punti di soccorso territorial, decisione che non è piaciuta a tanti.
Due persone sono state portate in commissariato per essere identificate.