La notizia della pubblicazione del bando si è diffusa velocemente tra i comitati che ieri si sono incontrati in Comune con il commissario Colucci per fare il punto della situazione. Presenti rappresentanti del presidio Permanente di Taverna del Re, dell’Eco della fascia Costiera, WWf ed esponenti dei partiti politici contrari alla realizzazione dell’impianto. “Non permetteremo questo nuovo scempio, faremo dura opposizione ad una scelta scellerata”, affermano dal presidio permanente di Tavena del Re. La mobilitazione cresce in tutti i paesi dell’hinterland. Dalla zona giuglianese a quella acerrana, passando per quella flegrea e il casertano. Il componente della commissione ha letto il testo di una comunicazione ufficiale dove ribadiscono di non essere stati informati di alcuna operazione o piano che interessi il territorio. Nel documento è stata manifestata inoltre perplessità e preoccupazione per possibili e verosimili reazioni e per possibili ripercussioni sulla pace sociale consecutiva alle notizie infondate e non dimostrate circa eventuali rischi geologici a ragione di un piano di combustione meccanica dei rifiuti in territorio di Giugliano che si definiva già disastrato e mortificato da interventi e piano riguardanti i rifiuti. Dopo la riunione i comitati si sono riuniti in piazza Municipio per fare il punto della situazione. Si è deciso di costituirsi in gruppo di intervento organizzato per tematiche. Sono stati costituiti un comitato legale che si terrà in contatto con gli studi legali per organizzare e proporre ricorso agli organi giurisdizionali nazionali e comunitari, in un gruppo che si occuperà di informazione e un gruppo che terrà aggiornati sul fattore tecnico. La guerra è su tutti i fronti, civile, politico e legale. Pronte barricate nel futuro cantiere stile No Tav in Val di Susa; previste interrogazioni parlamentari per l’accesso agli atti da parte di Sel, Movimento 5 Stelle e Pd; infine si organizzano petizioni e class action contro i danni provocati dall’impianto. Una battaglia su tutti i fronti, insomma. Questa volta non è intenzione dei cittadini fare passi indietro.
No all’inceneritore, comitati pronti a dare battaglia: blocchi, interrogazioni parlamentari e class action
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