Era lucido il 19enne che venerdì sera ha investito i tre giovani seduti ai tavolini del chiosco “Il Ghiottone” nel parcheggio di Via Arafat, uccidendo la 15enne Giulia Menna. Negativi sia i test alcolemici che quelli tossicologici. Gli esami, a cui è stato sottoposto dai carabinieri della Compagnia di Giuliano, diretti dal capitano Francesco Piroddi, hanno escluso che il giovane abbia assunto sostanze stupefacenti. Ora gli inquirenti intendono fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente, mentre nelle prossime ore, si farà l’autopsia sul corpo della ragazza. In mano agli inquirenti ci sono i rilievi effettuati sul posto, la dichiarazione di Fabio Molaro, il 19enne che guidava la Renault Clio e quelle dei due ferito sopravvissuti. Ma anche il racconto di alcuni testimoni che si trovavano sul posto la sera della tragedia. Per Molaro si prospetta l’accusa di “omicidio colposo”. L’ipotesi più accreditata, comunque, è quella del gioco finito in tragedia. Molti parlano di abitudine da parte dei giovani del posto, di eseguire evoluzioni con le auto e con le moto in quel parcheggio. La moda di accelerare in curva con il “freno a mano tirato”, quello che gli americani definiscono “Drifting”. Un gioco coinvolgente, che rende spettacolare la guida. Ma quel parcheggio non è una pista. Secondo i testimoni, quella pratica sarebbe in voga già da mesi nel parcheggio di Via Arafat. Cittadini e residenti, avrebbero in più occasioni lanciato l’allarme, ma anche questa circostanza è al vaglio degli inquirenti. Le esequie della 15enne si terranno nella chiesa dello Spirito Santo, ma ancora non è possibile stabilire il giorno dei funerali. Bisognerà attendere che il magistrato disponga prima l’autopsia. Solo dopo il corpo di Giulia potrà essere restituito alla famiglia.
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