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martedì, Maggio 7, 2024
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Marano. La città dovrà pagare 16 milioni di debiti in 10 anni

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Si è svolto ieri pomeriggio il consiglio comunale di Marano, con all’ordine del giorno l’approvazione dell’addizionale Irpef e le tariffe della Tari (Tariffa sui rifiuti) e il piano di indirizzo per il riequilibrio di bilancio. Si è trattato in pratica di un’assise tecnica, dove sono stati affrontati temi prevalentemente legati al Bilancio di previsione 2014 che l’amministrazione porterà in assise entro e non oltre il 20 ottobre prossimo, tempo massimo che include già la diffida del prefetto. Il documento previsionale andava approvato entro il 30 settembre, ma i conti hanno bisogno ancora di ritocchi e l’Ente preferisce prendere altro tempo. La minoranza, come già annunciato nel precedente articolo, ha disertato di nuovo i lavori del consiglio comunale e a quanto pare, intende portare avanti la protesta avviata il 9 settembre scorso, contro la presidente Di Guida, invitata “gentilmente” a dimettersi e in attesa che il Prefetto risponda alla richiesta di intervento, dopo l’espulsione illecita di Bertini dall’aula.

Addizionale Irpef. La relazione dei temi, argomento dell’assise, è stata affidata all’assessore Paolo Longoni che, come al solito, ha snocciolato dati e cifre, tracciando il percorso per un rientro dei debiti che dovrà avvenire non senza sacrifici. Sul versante delle imposte, l’amministrazione ha lanciato un segnale di distensione alla cittadinanza, abbassando l’addizionale Irpef dall’8 per mila al 7,5 per mille. Una scelta che toglierà 150mila euro “sicuri” dalle casse dell’Ente, ma che il sindaco ha spiegato di recuperare attraverso risparmi dalla spesa corrente: «Lo Stato ci obbliga a inserire nuove imposte, ma i cittadini sono già fortemente vessati dai tributi. Intendiamo lanciare un segnale di distensione e la scelta di abbassare l’addizionale Irpef, anche solo di mezzo punto per mille, consentirà agli abitanti di Marano di riprendere fiato in un momento di crisi economica non facile».

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Tari. Costerà circa 10 milioni di euro il servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La Tari quest’anno è agganciata al costo complessivo del servizio, così i cittadini, con il pagamento dell’imposta, sono obbligati per legge, a farsi totalmente carico di coprire la spesa totale. Una situazione che in molti enti locali, rispecchia quella dello scorso anno, con la vecchia Tares, a cui Marano però, non era ancora abituata. La parola d’ordine, in questi casi, è “ottimizzare il servizio”: più raccolta differenziata e meno sprechi. Al momento è una strada tutta in salita. L’Ente si è sforzato di “equilibrare” e “livellare” le tariffe. Il sindaco Liccardo ha usato questi termini per spiegare che ci saranno meno aumenti per chi già paga tanto, come i commercianti ad esempio e meno risparmi per chi già paga poco.

Riequilibrio di Bilancio. Longoni ha descritto anche il piano di indirizzo per il riequilibrio finanziario. L’argomento sarà sottoposto all’attenzione del Mef e dovrà essere approvato entro 90 giorni, pena il dissesto finanziario. L’Ente aveva già annunciato di aver tolto dal bilancio dell’Ente tutti i residui attivi fittizi che andavano a creare un avanzo di bilancio ritenuto “astratto”, soldi cioè che l’Ente non sarà mai in grado di incassare. Il sindaco l’ha definita “operazione verità”. Longoni ha prospettato una situazione debitoria di circa 16 milioni di euro che l’Ente si impegna ad estinguere in 10 anni, mettendo da parte, ogni anno, la cifra di 1,6 milioni di euro. «Sono errori fatti nel passato che oggi e per gli anni che verranno andremo a correggere – ha dichiarato il primo cittadino – Si tratta di un’operazione necessaria. Un atto di responsabilità. Potevamo anche evitare di farlo, facendo finta di avere un avanzo di bilancio e con quei “soldi finti” potevamo programmare la realizzazione di nuove infrastrutture, ma prima poi avremmo fatto i conti con una realtà ancora più amara, a discapito di opere pubbliche e servizi». Poi Liccardo ha concluso affermando di «essere comunque impegnati ad attirare fondi sovra-comunali (Regione, Governo e Comunità Europea) per cambiare il volto della città».

Recupero Evasione. Sul fronte dell’eulsione e dell’evasione, Longoni ha spiegato che l’Ente non ha scelta «solo attraverso il raggiungimento di una discreta capacità di incassare i tributi l’Ente può farcela». Il Comune ha bisogno di concretizzare le entrate, «ma quasi la metà dei cittadini di Marano non paga i tributi locali» ha aggiunto l’assessore. Una situazione allarmante che impone un cambio di rotta inevitabile. In ogni caso il piano di riequilibrio dovrà passare al vaglio del Mef e su questo punto l’opposizione ha mostrato non poche perplessità. «C’è il serio rischio che questi se ne vanno a casa per manifesta incapacità – ha spiegato Bertini ai giornalisti in sala durante l’assise -. Non conoscono neanche l’abc della gestione amministrativa di un ente – ha poi aggiunto – approvano il Bilancio senza nemmeno aver approvato il riequilibrio e la salvaguardia di bilancio, rischiando una severa bocciatura che porterebbe automaticamente al dissesto finanziario».

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