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giovedì, Aprile 25, 2024
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MERCATO ITTICO DI MUGNANO, INCHIESTA PER CAMORRA
Le indagini: 5 delle 24 ditte in contatto con la criminalità organizzata

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MUGNANO. Si infiamma l’inchiesta sulle infiltrazione di camorra nel mercato ittico di Mugnano. Il commissario prefettizio Maria Grazia D’Ascia ha avviato la procedura per la revoca della concessione alla «Cim Poseidon», la società per azioni che gestisce la struttura di via Nenni. Dal lavoro di indagine sarebbe emerso che 5 delle 24 ditte che vi operano sarebbero vicine ad ambienti malavitosi. A rivelarlo un’informativa della Prefettura, notificata in Municipio pochi giorni fa, alla vigilia del voto che eleggerà il nuovo sindaco. Sulla base della comunicazione, la commissione prefettizia – insediatasi in Comune lo scorso anno dopo le dimissioni di 13 consiglieri della maggioranza – ha avviato il «procedimento d’urgenza» nei confronti della «Cim Poseidon». Contro la revoca della concessione il Cda ha già annunciato il ricorso al Tar. «Non si può criminalizzare l’intera struttura», dicono i vertici della società, affiancati dai candidati a sindaco.

Ma le infiltrazioni di camorra sul mercato esistono: di questo ne sono certi gli 007 della Prefettura. Più cosche, come accadeva in passato, ne avrebbero allungato su i propri tentacoli. E tra i nomi più «chiacchierati» c’è quello di «‘a femmenella», quel Giacomo Migliaccio un tempo fedelissimo di Di Lauro e che a un certo punto ha provocato la scissione. Migliaccio, secondo i magistrati della Dda, sarebbe per gli «spagnoli» un punto di riferimento nel Giuglianese, dove probabilmente ancora si nasconde, braccato com’è da polizia e carabinieri. Di certo – si ascolta in ambienti investigativi – gli interessi da parte della camorra nel mercato del pesce sono ingenti. Una «voce» confermata solo pochi giorni fa dal generale dei carabinieri Giampaolo Ganzer a margine del blitz che portò in carcere Lello Amato, capo degli scissionisti. «I clan- disse- hanno avviato investimenti soprattutto nel mercato ittico di Mugnano».

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Storia lunga, quella della piazza di via Nenni. Dalla Seconda Guerra Mondiale e fino agli anni Sessanta la vendita del pesce avveniva in strada. Poi fu creata una prima struttura coperta, diventata insufficiente negli anni Settanta, quando fu progettato e finanziato con fondi della Cassa per il Mezzogiorno il nuovo impianto, che però subito si rivelò carente. Nel 2002, dopo lunghi anni di attesa, fu inaugurata l’attuale struttura su un’area di circa 40 mila metri quadri. La gestione della struttura è affidata, appunto, alla «Cim Poseidon», una spa controllata per il 76% dal Comune e per restante 24% da 20 soci e 4 affittuari. «Con la revoca della concessione – dice Domenico Amoroso del Consiglio di amministrazione – si criminalizzerebbe ingiustamente l’intero settore. Contro questo provvedimento faremo ricorso al Tar». In campo anche Daniele Palumbo, ex sindaco e candidato dell’Unione, e Gennaro Ruggiero, candidato della Cdl. «Il mercato ittico non può chiudere – dicono -. All’interno della struttura lavorano oltre seicento persone. Certo, occorre contrastare con decisione ogni tentativo di infiltrazione, ma bisogna anche salvaguardare il lavoro onesto».

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