MARANO. Evasora dell’obbligo scolastico, perché “fortemente
traumatizzata da un tentativo di abuso”, che sarebbe avvenuto
nell’agosto di circa cinque anni fa. E proprio nei giorni
scorsi, presso l’ufficio del “Giudice di Pace”, alla quarta traversa
Quarto – Marano, è proseguita la fase istruttoria circa il
procedimento penale (art.731 c.p.p.), a carico della genitrice
della ragazza, appena 14enne, al fine di chiarire “la condotta
tenuta dall’indagata”, ovvero dalla predetta genitrice, a seguito
di formale denuncia del dirigente della scuola ai Servizi
Sociali del Comune, ed ai carabinieri della locale stazione.
Come, del resto, avviene di prassi.
La minore? Ovviamente, un nome di fantasia: Antonella.
Ed ecco la dinamica, triste e drammatica, dei fatti che l’hanno
vista, più che protagonista, vittima innocente ed ignara,
del rituale ambiente di una provincia addormentata ed abbandonata
al degrado, al malessere sociale di routine. Dove
ignoranza, promiscuità e precarietà si impastano in un mix
esplosivo di intolleranza e violenza.
Sono circa le nove di una calda serata di agosto, in un’abitazione
“economica e popolare di viale della Libertà”. La madre
di Antonella: altri tre bambini ed il convivente, si reca
con costoro in una farmacia di Villaricca, lasciando sola a casa
la povera ragazza, all’epoca dei fatti meno che decenne.
Di lì a poco, citofona al portone il solito “amico di famiglia”,
un uomo quasi 60enne che, con la scusa di voler aspettare all’interno
i genitori di Antonella, la fa sedere su una sedia e le
chiede “se sapeva baciare” (dandole poi alcuni baci sulla
bocca), “se era diventata signorina”. Infine, “la voleva vedere”,
le tocca il seno e le parti più intime, attraverso i pantaloncini
– jeans.
Anzi, anche tre giorni prima, il presunto “sporcaccione”, profittando
che la madre di Antonella, sentitasi male, era stata
costretta all’ospedale di Giugliano, si era presentato a casa in
viale della Libertà, domandando alla malcapitata ragazza “se
le erano cresciuti i peli sulla….”. Senza però toccarla. I sanitari
del nosocomio di Giugliano, dove fu ricoverata Antonella,
sottoposta poi a visita ginecologica, evincevano che “la
bambina non presentava nessuna lesione per violenza carnale”.
Fortunatamente. Ma da allora la ragazzina non frequenta
più la scuola. Stando ai fatti, veramente strani e paradossali,
un dato è certo. Lo squallido e vile, anche se tentato abuso ha
lasciato purtroppo brutti segni sulla psiche e sull’equilibrio
di una personalità già di per sé labile ed incerta. Macchiando
così i sogni di un’innocenza maledettamente provata.
GENNARO D’ORIO – IL GIORNALE DI NAPOLI 1 MAGGIO 2005