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lunedì, Maggio 6, 2024
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SCISSIONISTI, MINACCE E VENDETTE DOPO L’ULTIMO OMICIDIO
La faida di Secondigliano. Baretta ucciso per salvare la tregua

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MELITO. Gli ultimi sanguinosi sussulti. Il patto di non aggressione tra gli «scissionisti» e il potente clan Di Lauro non ha segnato la fine delle vendette e delle esecuzioni. Dopo sei mesi di orribile e sanguinaria faida – che ha disseminato una sessantina di morti ammazzati nel territorio che va dal quertiere delle Vele fino a tutto l’hinterland a nord di Napoli – è arrivata l’ora della resa dei conti. Nelle difficili trattative per il «cessate il fuoco», è venuta fuori una lista di affiliati agli scissionisti che, secondo un personalissimo e tragico codice di comportamento criminale, si sarebbero macchiati di troppe «infamità» che neanche la tregua e addirittura una eventuale e futura pace potranno cancellare. In termini di camorra, significa che ci sono in giro una decina di morti che camminano, anzi che scappano, inseguiti da killer tenaci ed infallibili. Sembra essere questa la chiave di lettura più plausibile, quella che meglio servirebbe a inquadrare l’omicidio di Luigi Baretta, 22 anni, pregiudicato di Melito, crivellato di colpi e «imbustato» in un sacco nero di plastica, scaraventato sul ciglio di una strada di campagna in località Agro di Tavernola a Crispano dov’è stato trovato il cadavere l’altro ieri. La vittima, secondo gli inquirenti, ha pagato con la vita il fatto di essere fratello di Bernardino Baretta, personaggio di spicco degli «Spagnoli», arrestato a Varcaturo con altre quattro persone, tutte armate, e pronte a scendere sul sentiero di guerra per uccidere qualcuno dei Di Lauro. Due settimane dopo, però, Bernardino venne scarcerato, e da allora ha fatto perdere le tracce. Scomparso dalla circolazione, come la mamma, che non si è fatta viva nemmeno per piangere e vegliare per l’ultima volta il figlio ucciso a Crispano. I carabinieri del nucleo operativo di Castello di Cisterna hanno avuto molte difficoltà a trovare qualche familiare della vittima a cui notificare che oggi sarebbe stata eseguita l’autopsia. Poi i militari hanno rintracciato un lontano parente e hanno dovuto insistere non poco per fargli accettare l’atto giudiziario. L’esame del patologo – oltre a determinare l’ora precisa dell’omicidio – potrà anche accertare se Luigi Baretta, prima di essere ucciso, sia stato torturato. Nelle tasche dei pantaloni della vittima sono stati trovati 1.650 euro. Agli assassini non interessavano quei soldi, l’obiettivo era saldare un altro conto e contemporaneamente lanciare il messaggio di morte a chi compare in quella lista.



MARCO DI CATERINO – IL MATTINO 11 MAGGIO 2005







Luigi Barretta ucciso per “salvare” la tregua



MELITO. Il prezzo della tregua con l’eliminazione di chi non vuole accettare i nuovi patti o il colpo di coda della faida di Secondigliano. Gli investigatori, concordi dopo 24 ore di indagini, non credono affatto alla ripresa della guerra tra il clan Di Lauro o gli “scissionisti”; piuttosto carabinieri e polizia ritengono che gli ultimi omicidi siano stati provocati dalla mancata accettazione dell’ultima suddivisione delle piazze di droga. Una conclusione cui si arriva dall’osservazione quotidiana e dal ritorno sempre più numeroso a Scampia degli esponenti del gruppo dei ribelli spariti improvvisamente senza essere ricercati

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dalle forze dell’ordine.

Questa è in particolare la pista seguita per l’omicidio di

Antonio Russo (6 aprile a Melito) e dell’ultimo delitto di

camorra, scoperto l’altro ieri mattina a Crispano. Sono

state necessarie alcune ore per restituire l’identità alla

vittima che è stata trovata priva di qualsiasi tipo di documento

di riconoscimento: dall’esame dattiloscopico è

stato poi chiarito che le impronte appartenevano a Luigi

Barretta, 22 anni, di Melito, con precedenti di polizia

contro la persona ed il patrimonio e droga.

Secondo una prima ricostruzione eseguita dagli investigatori

dell’Arma il giovane, che sarebbe stato ammazzato

non oltre le 48 ore dal suo ritrovamento (non risulta

che sia stata denunciata la sua scomparsa né ai carabinieri

né alla polizia) potrebbe essere stato ammazzato

da diversi colpi di pistola, tra cui uno che lo ha raggiunto

alla testa, verosimilmente in qualche altra zona e poi

trasportato su una autovettura o su un furgone per essere

scaricato nel terreno incolto, lontano dalla strada.

Il movente dell’omicidio starebbe in un colpo di coda

della faida, in un regolamento di conti in sospeso. Oppure

potrebbe trattarsi di un assassinio consumato per

punire la vittima di qualche sgarro compiuto: due ipotesi

che i carabinieri maggiormente accreditano per fare

luce sull’omicidio di Luigi Barretta, 22 anni, e che ben si

sposerebbero tra loro. La prima pista sarebbe suffragata

dalla circostanza che la vittima era il fratello di Berardino,

arrestato insieme ad altri cinque malviventi, nel

febbraio scorso a Varcaturo, e considerato vicino al

gruppo camorristico degli scissionisti.



IL GIORNALE DI NAPOLI 11 MAGGIO 2005

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