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giovedì, Aprile 18, 2024
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Le mani dei clan Mallardo e Casalesi sul mercato della frutta: il Mog di Giugliano parte civile

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Si è aperto ufficialmente la fase dibattimentale del processo col rito ordinario riguardante il Mog di Giugliano. Ieri mattina, davanti alla VII Sezione collegio C del tribunale di Napoli, si è aperta l’istruttoria dibattimentale a carico di Sossio Capasso (difeso dall’Avv. Antonio Nerone), Agostino D’Alterio (difeso dagli Avv. Paolo Trofino ed Alfonso Palumbo), Salvatore D’Alterio (difeso dall’Avv. Alfonso Palumbo), Libero Frontoso (difeso dall’Avv. Salvatore Capasso), Giulio Panico (difeso dagli avv. Giuseppe Pellegrino ed Antonio Giuliano Russo), Antonio Picardi (difeso dall’Avv. Luigi Poziello), Nunzio Veneruso (difeso dall’Avv. Francesco Anastasio).
Si sono costituiti come parti civili il Mog di Giugliano, quello di Gela e diverse associazioni di categoria di consumatori ed imprenditori.

Il blitz portò all’arresto di 20 persone, altre 40 finirono sotto indagine. Secondo la Procura il business dei trasporti da e per il mercato ortofrutticolo di Giugliano era passato nel corso degli anni dal controllo del clan dei Casalesi a quello dei Mallardo, clan egemone del Giuglianese legato ad altre famiglie malavitose – anche per intrecci di parentela – della città di Napoli. Il clan Mallardo aveva puntato al controllo dei trasporti su gomma della merce ma anche delle transazioni internazionali della merce. Migliaia di tonnellate di frutta di stagione che ogni giorno – dall’inizio di maggio fino a metà settembre – sono trasferite presso altre strutture commerciali sia italiane che all’estero. L’indagine della Dia, coordinata dalla Procura di Napoli è firmata dal gip, Maria Vittoria Foschini.

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Lo scorso giugno sono arrivate le prime condanne per coloro che scelsero il rito abbreviato,
Gianluca Oliviero sei anni di reclusione; Patrizio Picardi condannato a quattro anni di reclusione. Nicola ed Ignazio Antignano: otto anni di reclusione; Raffaele Palma: sei anni di reclusione.

Un business quello dei trasporti da e per il mercato di Giugliano che gli investigatori hanno svelato grazie alle intercettazioni telefoniche. Ipotesi investigative che però sono state confermate dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Giuliano Pirozzi, uno dei protagonisti anche delle accuse formulate ai danni di Angelo Polverino nel procedimento sull’Asl di Caserta. Un ‘colletto bianco’ che era al servizio dei clan Mallardo e che era delegato ad avere contatti anche con la politica. Pirozzi diventato collaboratore di giustizia nel corso degli ultimi tre anni ha raccontato anche dei svariati interessi che l’organizzazione malavitosa aveva in diversi settori. Un clan che voleva controllare anche appalti pubblici.

Nell’ordinanza cautelare il Gip ha ripercorso le fasi dell’indagine partita 5 anni fa, che aveva svelato il sistema con cui il clan dei Casalesi, servendosi di Costantino Pagano, espressione del gruppo Schiavone-Del Vecchio e proprietario de ‘La Paganese trasporti’ aveva imposto il suo monopolio sul trasporto delle merci dei mercati ortofrutticoli di Fondi, Catania, Palermo, Gela e Giugliano in Campania. Quell’indagine aveva già portato all’arresto di decine di imprenditori e altri soggetti legati ai Casalesi e a Cosa nostra, che si erano alleate per dividersi il mercato. Ma i clan non si erano fermati, e dopo gli arresti avevano provato a riorganizzarsi. Sono quaranta, complessivamente, le persone indagate nell’inchiesta che ha portato all’operazione della Direzione investigativa antimafia tra Campania, Lazio e Sicilia.

La presenza mafiosa era assicurata dalla ditta individuale di Libero Frontoso, fratello di Salvatore (arrestato precedentemente perché collaboratore di Costantino Pagano). Frontoso era riuscito a subentrare alla ‘Paganese trasporti’, assicurandosi tutti i suoi clienti, e per gestire l’attività aveva siglato un accordo con la Ita, attiva in provincia di Salerno.
Ancora, Luigi Terracciano, arrestato nell’operazione del 2010 e rilasciato nel 2012, assunse il controllo dei trasporti in Calabria, attraverso la ditta Frontoso relegando a un ruolo marginale la Ita. Frontoso e Terracciano erano dunque riusciti a mantenere i rapporti saldi con i siciliani, mentre il mercato ortofrutticolo di Giugliano in Campania era progressivamente passato dalle mani dei casalesi a quelle dei Mallardo. Contestualmente ai venti arresti, fu eseguito il sequestro preventivo in Campania, Lazio e Sicilia delle società di trasporti, dei mezzi coinvolti e dei beni immobili a esse riconducibili, valutati in diversi milioni di euro.

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