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sabato, Maggio 18, 2024
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CDR, IL SINDACO BERSAGLIATO CON FRUTTA ‘FRESCA’. I RESIDENTI SI INCATENAno DAVANTI al cdr

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GIUGLIANO – “Assassini! Assassini! Vergogna! Assassini! Ladri! Bastardi ! Venduti”. L’angoscia schiaccia la speranza a Ponte Riccio. La rabbia si mescola alla disperazione. Si grida, si fischia, si strepita. L’aria è dura, lacerata dall’ira dei manifestanti. La terra annerita dal percolato dei camion in fila davanti alla piattaforma vorace e inondata dalle lacrime di disperazione. Statue in nero. Così gli abitanti del quartiere-simbolo dell’emergenza rifiuti hanno accolto gli amministratori locali, riunitisi “d’urgenza” alla stazione ferroviaria di Ponte Riccio, a 100 m dall’impianto di cdr, per una seduta straordinaria del Consiglio Comunale. Un solo punto all’ordine del giorno: l’emergenza ambientale che sta soffocando la zona. Lo sguardo dei presenti spazia nella desolazione. Le grandi colture di peschi e uva, le imponenti coltivazioni di grano, l’aria limpida: questo ormai esiste solo nella memoria, illusioni dell’ anima che non crede alla vista dell’abisso. La realtà: miglia di terreno nero e spoglio, esili, contorti alberi bruciati, come monoliti di una passato aberrante, i fumi neri del rame, quelli più bianchi della fabbrica Ilog che brucia le ossa animali, l’impianto di cdr i cui miasmi incolori stanno avvelenando e uccidendo Ponte Riccio. E i corpi stanchi e impalati, decine di donne e bambini che supplicano aiuto, che si incatenano, che gridano al sindaco e alla Regione la loro collera. E le urla, di disperazione, di rabbia, di morte. “Le strade amministrative le abbiamo tentate tutte. Non bastano” . Così Antonio Castaldo, primo cittadino di Giugliano, inizia il suo intervento. Il riferimento è all’apertura delle piattaforme di stoccaggio per i sovvalli del cdr, autorizzate a raccogliere “provvisoriamente” le ecoballe dall’ordinanza di Vanoli emessa il 10 giugno. “Non abbiamo nessun potere – ha detto Castaldo- siamo stati privati dell’autorità dall’abuso del Commissariato. Siamo impotenti”. Il sindaco ha poi letto la risposta al protocollo d’intesa abbozzato dalla Regione, a seguito della visita all’impianto da parte dei due delegati per l’emergenza rifiuti in Campania, Paolucci e Facchi, lo scorso 25 maggio. Una risposta che dice no a tutti i punti di possibile accordo e che ha immediatamente visto l’apertura delle piattaforme alle ecoballe del cdr. Quella di ieri intanto è stata una vera prova di forza. 120 gli agenti di polizia chiamati a sorvegliare i lavori per lo stoccaggio dei sovvalli. Altrettanti a far la guardia alle strade d’accesso, principali e secondarie, alle piattaforme. I manifestanti che avevano tentato di impedire i lavori sono stati scortati dalla polizia alla stazione ferroviaria dov’era in corso il Consiglio. Nei loro occhi c’era rabbia, furore; ma non potevano fare altro che andar via dalla piattaforma di Tre Ponti Parete. Più indietro, alle loro spalle, su diverse direttrici di marcia, le forze dell’ordine a braccarli e a tenerli a bada. Come mute di cani feroci. “Come fossimo dei criminali pericolosi, degli assassini” ha denunciato Manuela Maisto, madre di due bambini.
Il Consiglio, presenziato all’aperto, ha visto la partecipazione anche di alcuni consiglieri comunali di Qualiano, il paese più direttamente interessato dai miasmi dell’impianto e dall’aumento vertiginoso di morti tumorali. Poche, nulle le risposte che la sessione straordinaria ha saputo dare. Se non aumentare la rabbia dei residenti. Una decina di loro si è legata davanti all’ingresso della stazione. La loro protesta – fanno sapere – continuerà fino alla risoluzione di tutti i problemi. Il primo cittadino non ha parlato con i manifestanti. Quando è uscito gli hanno gettato le pesche e le prugne. “Tieniteli tu questi frutti inquinati – ha urlato uno dei manifestanti – tanto nessuno più se li compra”. Il primo cittadino, a margine dell’incontro, ha detto “di aspettare una relazione dell’Asl in merito all’impianto di cdr e al suo funzionamento” e inoltre “la relazione definitiva del comitato tecnico costituito da Regione, Comune, Provincia, Asl e Arpac”. “Se – ha concluso Castaldo – dalle relazioni si evince che il cdr non è a norma allora emetteremo l’ordinanza di chiusura”. Chissà se il comitato tecnico ne farà cenno quando approfondirà il discorso sugli organi che hanno probabilmente taciuto ciò che sapevano, o sul legislatore che teneva e continua a tenere in assai poco conto la salute del cittadino. Per le famiglie di Ponte Riccio sarà comunque un’assai amara consolazione, ma sarà meglio di niente.

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