11.8 C
Napoli
sabato, Aprile 20, 2024
PUBBLICITÀ

Tredici anni dalla morte di Pantani, l’ombra della camorra e del clan Mallardo

PUBBLICITÀ

Tredici anni fa ci lasciava un grande campione, ma la morte di Marco Pantani è ancora avvolta nel mistero. L’ultima indiscrezione che ha riaperto il caso è quello riportato da SportMediaset.
Un detenuto vicino alla Camorra e a Vallanzasca, una telefonata intercettata e l’indiscrezione esclusiva raccolta per Premium Sport da Davide Dezan. Sono i nuovi ingredienti del “caso Pantani” e di quanto, mano a mano, sta uscendo sul Giro perso dal Pirata nel ’99, quando fu fermato per doping a Madonna di Campiglio. Riportiamo qui sotto il testo dell’intercettazione:


L’uomo intercettato è lo stesso che, secondo Renato Vallanzasca, confidò in prigione al criminale milanese quale sarebbe stato l’esito del Giro d’Italia del ’99, ovvero che Pantani, che fino a quel momento era stato dominatore assoluto, non avrebbe finito la corsa.


Dopo le dichiarazioni di Vallanzasca, e grazie al lavoro della Procura di Forlì e di quella di Napoli, l’uomo è stato identificato e interrogato e subito dopo ha telefonato a un parente.


Telefonata che la Procura ha intercettato e che Premium Sport ha diffuso per la prima volta, in esclusiva assoluta.



Uomo: “Mi hanno interrogato sulla morte di Pantani.”

Parente: “Noooo!!! Va buò, e che c’entri tu?.”

U: “E che c’azzecca. Allora, Vallanzasca ha fatto delle dichiarazioni.”

P: “Noooo.”

U: “All’epoca dei fatti, nel ’99, loro (i Carabinieri, ndr) sono andati a prendere la lista di tutti i napoletani che erano…”

P: “In galera.”

U: “Insieme a Vallanzasca. E mi hanno trovato pure a me. Io gli davo a mangià. Nel senso che, non è che gli davo da mangiare: io gli preparavo da mangiare tutti i giorni perché è una persona che merita. È da tanti anni in galera, mangiavamo assieme, facevamo società insieme.”

P: “E che c’entrava Vallanzasca con sto Pantani?.”

U: “Vallanzasca poche sere fa ha fatto delle dichiarazioni.”

P: “Una dichiarazione…”

U: “Dicendo che un camorrista di grosso calibro gli avrebbe detto: ‘Guarda che il Giro d’Italia non lo vince Pantani, non arriva alla fine. Perché sbanca tutte ‘e cose perché si sono giocati tutti quanti a isso. E quindi praticamente la Camorra ha fatto perdere il Giro a Pantani. Cambiando le provette e facendolo risultare dopato. Questa cosa ci tiene a saperla anche la mamma.”

P: “Ma è vera questa cosa?.”

U: “Sì, sì, sì… sì, sì.”



«Non sono a conoscenza di come abbiano fatto a modificare i dati di Pantani per farlo risultare positivo, ma il clan ha sicuramente avvicinato chi era addetto ai controlli e lo ha corrotto». È il verbale agli atti della richiesta di archiviazione con la quale la procura di Forlì intende far calare il sipario sulla squalifica del Pirata al Giro D’Italia del 1999. Reati prescritti e impossibilità di individuare i responsabili. Queste le motivazioni del pm, contro le quali la famiglia dell’indimenticato campione leva uno scudo. «Per sapere chi ha modificato i test è sufficiente risalire a coloro che potevano maneggiare le provette: si faccia giustizia»: tuona Antonio De Rensis, avvocato della famiglia Pantani.D’altronde, il verbale agli atti è l’ennesima riscrittura di quella squalifica per doping che sconvolse il mondo del ciclismo. L’ex boss Augusto La Torre parlò di Pantani con i capiclan Luigi Vollaro, di Portici, Angelo Moccia, di Afragola, e con il casalese Francesco Bidognetti. E, dice La Torre, tutti e tre gli confermarono che «solo i Mallardo di Giugliano, con poteri decisionali nell’Alleanza di Secondigliano, potevano aver fatto una cosa simile». Il motivo? Per coprire le scommesse a nero, la camorra sarebbe andata in «bancarotta».



Ma chi è Augusto La Torre? L’ex boss di Mondragone che il capostipite del clan dei Casalesi, Antonio Bardellino, definiva il suo «giovane di belle speranze», è in un penitenziario del Nord Italia, in un’area riservata ai pentiti che non godono del programma di protezione. Controversa è infatti la storia del suo «pentimento». Dal 2003 è artefice di schiaccianti testimonianze ai danni di camorristi di spessore. Poi si rende protagonista di comportamenti che la Dda di Napoli ritenne tali da chiedere e ottenere che fosse escluso dai benefici previsti per i collaboratori di giustizia. Chi pronuncia la frase che impone una rilettura di quel Giro maledetto che per il Pirata segnò l’inizio della fine è, insomma, un «pentito a metà». Ma il verbale redatto dai carabinieri della procura di Forlì, e trasferito alla Dda di Bologna, conferma le dichiarazioni di Renato Vallanzasca, datate 2007, che all’epoca di conferme non ne trovarono. Disse che un camorrista gli aveva annunciato che Pantani sarebbe stato fermato. Successivamente, e questo è emerso negli ultimi giorni, un malavitoso di Secondigliano fu intercettato mentre diceva a una sua parente che «sì, a Madonna di Campiglio, la provetta fu alterata». La camorra, dunque, avrebbe taroccato i test del Pirata perché, se avesse vinto, l’Alleanza di Secondigliano non sarebbe stata in grado di pagare le scommesse clandestine. La camorra fermò Pantani nel modo più subdolo e l’Italia intera smise di credere nel ciclismo. E le parole di La Torre non dicono cose diverse.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Sorpresa all’Isola Famosi, Peppe Di Napoli lascia: “Problemi fisici”

Sorpresa all'Isola Famosi, Peppe Di Napoli lascia e lo annuncia sui social. "GRAZIE A TUTTI PER IL SUPPORTO❤️ PURTROPPO PER...

Nella stessa categoria