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sabato, Maggio 4, 2024
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DUE ORDIGNI PER LA CHIESA, L’OMBRA DELLA PISTA ISLAMICA
Qualiano: nel mirino l’ufficio del viceparroco e l’istituto delle suore

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QUALIANO. Due ordigni «potenzialmente» esplosivi, due bombe rudimentali piazzate davanti all’ufficio parrocchiale e all’ingresso della scuola materna gestita dalle suore. Si è consumata così, con un’intimidazione diretta e inequivocabile, la sfida alla chiesa «Santo Stefano» di Qualiano. Un «avvertimento» che gli investigatori non sottovalutano: dietro i congegni esplosivi potrebbe esserci la mano dell’integralismo islamico, l’intolleranza verso la chiesa e la polemica attorno alle vignette ritenute offensive della dignità del profeta Maometto. «Ma è ancora presto per dirlo», avvertono i carabinieri che al momento non escludono «nessuna pista»: neanche un «messaggio» da parte della camorra o il gesto dimostrativo di qualche squilibrato.

Mancavano quindici minuti alle sette quando, ieri mattina, don Salvatore Verde, viceparroco , è stato svegliato da un collaboratore: «C’è il fuoco davanti al suo ufficio. Venga subito, padre». E don Salvatore si è precipitato in via Villa, alle spalle della centenaria chiesa di «Santo Stefano», costruita nel centro antico di Qualiano. Sul posto era già arrivata una radiomobile dei carabinieri: un militare ha allontano la fiamma ossidrica che bruciava contro una bombola di gas, accanto ad un contenitore di benzina. Lo stesso ordigno rudimentale – bombola di gas, fiamma ossidrica e contenitore di benzina – era piazzato davanti al portone principale della scuola materna «San Giovanni Bosco» di via Camaldoli gestita dalle suore di «Santa Teresa di Gesù Bambino», a meno di cinquanta metri dall’ufficio parrocchiale di via Villa. In questo caso, però, la fiamma ossidrica era spenta e non c’era traccia di bruciatura.

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Amareggiato e sotto choc, il sacerdote si è recato alla stazione dei carabinieri di Qualiano e ha denunciato tutto. «Sono preoccupato – ha poi commentato – Uno degli ordigni era sistemato davanti al mio ufficio, dietro la porta di alluminio c’è la mia scrivania». Non azzarda ipotesi, don Salvatore, ma ricorda – e lo hanno sottolineato i tanti fedeli che ieri mattina lo hanno contattato per esprimergli solidarietà – che la chiesa di «Santo Stefano» è il punto di riferimento religioso di tutta la comunità. Non solo. Dall’altare, il giovane viceparroco e il suo «superiore» Don Lello Marino (che è attualmente in Africa per una missione) si battono ogni giorno per richiamare i fedeli ai valori della legalità, della giustizia e della dignità umana «Nell’omelia di domenica scorsa mi pronunciai contro chiromanti e veggenti che soggiogano tante persone deboli – dice don Salvatore – Ma non riesco francamente a trovarvi un collegamento con l’intimidazione subita». Più preoccupante è l’ipotesi integralista, così come quella camorristica. «Al momento non posso escludere nulla. Quello che so è che hanno piazzato una bomba a tutti gli effetti sotto la porta del mio studio. E sono molto preoccupato», ribadisce il sacerdote. A dirsi «inquieta» è anche suor Maria Rosaria Parisi, la madre superiora del complesso di «Santa Teresa». «E’ facile additare gli integralisti islamici – osserva – Ma questo è un terreno scivoloso. Bisogna essere molto attenti».




UF – IL MATTINO 15 FEBBRAIO 2006

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