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martedì, Aprile 23, 2024
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QUALIANO: PIZZO A TECNOCASA, CONDANNATI 4 ESTORSORI DEI PIANESE

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Erano stati arrestati dai
carabinieri dopo che tentarono di
estorcere denaro al titolare dell’agenzia
immobiliare Tecnocasa di
Qualiano. Ieri il Gup della 24ª sezione
ha condannato Agostino Ciccarelli,
a 6 anni, Ciro De Meo, 6 anni,
Luigi Mancini, 5 anni, Salvatore
Di Palma, 6 anni, Bruno D’Alterio,
braccio destro del boss Nicola
Pianese, è stato assolto. Le accuse
nei loro confronti sono estorsione
e tentata estorsione aggravata dall’articolo
7 (favoreggiamento del
clan Pianese). L’arresto dei pregiudicati
è avvenuto nel luglio dello
scorso anno. Una storia che andava
avanti da un bel po’ di tempo e
per essere più convincenti, vantavano
la loro appartenenza al clan
Pianese operante sul territorio. Il
primo blitz, che portò all’arresto di
tre persone, scattò il primo luglio
alle 7,30 del mattino quando, tra
Qualiano e Marano, i carabinieri
della compagnia di Giugliano in
Campania insieme a quelli della
stazione di Qualiano hanno sottoposer
a fermo Agostino Ciccarelli
detto “Agostino ’o bombolone”, 42
anni, Ciro De Meo, 40 anni di Qualiano,
e Salvatore Di Palma detto
“Totore ’o Maranese”, 36 anni, anche
lui come i suoi due complici,
già noto alle forze dell’ordine.
I tre personaggi sono ritenuti responsabili
in concorso tra di loro di
estorsione continuata aggravata
anche dal metodo mafioso. In particolare,
in più occasioni, avrebbero
estorto somme di denaro – sempre
i soliti 3mila euro – ai titolari di
una agenzia immobiliare di Qualiano
avvalendosi della forza intimidatrice
derivante dalla presunta
appartenenza al clan “Pianese”,
operante a Qualiano.
Un clan che nel 1999 aveva subito
un grosso scacco: secondo la
Dda i Pianese imponevano estorsioni
in cantieri edili e controllavano
il traffico di stupefacenti, il
gioco clandestino e il contrabbando
di sigarette nella zona: per questo
motivo la Direzione Distrettuale
Antimafia emise tredici ordinanze
di custodia cautelare in carcere,
tre delle quali andarono a colpire
il capoclan Nicola Pianese,
detto “’o mussuto”, e due suoi luogotenenti,
Domenico e Bruno D’Alterio,
rispettivamente detti “’o mucione”,
e “’o guercio”. Secondo
quanto era emerso dalle indagini
Nicola Pianese, dopo avere a lungo
militato nella Nuova Camorra Organizzata,
come luogotenente di
Pietro Nappo, aveva costituito dopo
l’uccisione di quest’ultimo il
suo autonomo sodalizio criminoso,
stringendo alleanza con i rivali di
un tempo della Nuova Famiglia e
in particolare con il clan Mallardo
di Giugliano.

FABIO POSTIGLIONE- IL ROMA 15 MARZO 2006

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