Lavori alla parrocchia, scontro Curia-Comune

«Melito è un’appendice di Scampia, pensassero anche a noi. Invece, il balletto di competenze tra Curia e Comune ci impedisce di rendere accogliente la casa del Signore e di portare avanti la nostra missione di sostegno agli emarginati». L’appello è di don Carlo Cicala, parroco della chiesa «Beato Vincenzo Romano» di via Sandro Pertini. Parrocchia di riferimento per cinquemila anime, all’interno di un Comune di oltre 40mila sciolto per camorra, con migliaia di napoletani che non si sono integrati nel tessuto sociale, ed un carico enorme di problemi e rioni dormitorio. «A Melito il ruolo della Chiesa andrebbe rivalutato, non vogliamo certo sostituirci alle istituzioni – continua don Carlo – ma vorremmo essere messi in condizione di diffondere il nostro messaggio di pace e solidarietà». La struttura in cemento armato è in funzione da giugno del 1992: un frigorifero di inverno, un forno d’estate, con tante macchie d’umido e intonaci screpolati. La chiesa resta un’opera incompleta: i lavori terminarono in tutta fretta perché i responsabili del cantiere incapparono nelle maglie giudiziarie di tangentopoli. Da allora nessun passo in avanti, solo il contenzioso tra Comune e Curia: l’ente locale dice di aver trasferito alla chiesa la proprietà, dalla diocesi dicono di non averne ricevuto mai l’atto ufficiale. Così non arrivano fondi e i fedeli si arrangiano come possono. Due anni un mecenate ha donato i fondi per realizzare il campetto all’esterno per consentire a 250 bimbi, dai 7 ai 18 anni, di tirare calci ad un pallone tutti i pomeriggi. Non mancano le iniziative in cantiere nemmeno negli angusti spazi della canonica. Il mese di maggio è dedicato alla famiglia, con tre incontri a settimana con i formatori.

to. li. IL MATTINO 5 MAGGIO 2006