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venerdì, Marzo 29, 2024
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IL BUNKER DEI BRACCONIERI ERA NELL’OASI PROTETTA NEI PRESSI DI LAGO PATRIA

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Avevano realizzato dei veri e propri bunker attrezzati per la caccia di frodo: gli agenti del nucleo investigativo della polizia provinciale di Napoli li hanno scoperti all’interno dell’Oasi di protezione della fauna del Lago Patria a Giugliano. Si tratta di due aree vicine fra loro dell’ampiezza di 4.000 mq ciascuna, attrezzate nei minimi particolari per la caccia di frodo all’interno dell’Oasi. Gli agenti della polizia provinciale hanno scoperto che all’interno dell’oasi erano stati creati due veri e propri laghi artificiali ai bordi dei quali, incassati al suolo, erano stati costruiti due bunker in ferro e muratura, i quali escono dalla superficie per pochi centimetri dal livello dell’acqua: le feritoie consentono di puntare i fucili sui laghi e la copertura in ferro scorre su binari per consentire l’accesso dei bracconieri prima e poi, una volta chiusi, la perfetta mimetizzazione. Gli agenti della Polizia Provinciale, con l’ausilio dei vigili del fuoco, hanno fatto irruzione nei bunker: all’azione ha preso parte anche il delegato provinciale della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli). All’interno di uno dei bunker sono state trovate circa 500 cartucce per fucile da caccia di vario calibro, quattro sedili di auto, una bombola di gas e relativo fornello con macchinetta per il caffè, una stufa, un richiamo elettromagnetico e due altoparlanti, due binocoli per avvistamento degli uccelli e vari utensili per il soggiorno nei bunker. Rimossi infine dai laghetti 15 stampi che simulavano anatidi (la famiglia di uccelli acquatici che comprende anatre, oche e cigni) in sosta nell’area. «L’area – spiega il delegato della Lipu, Fabio Procaccini – è interessata dal passo migratorio di numerose specie di rilevante interesse: l’Airone cenerino, l’Airone guardabuoi, la Garzetta, la Sgarza ciuffetto, l’Airone bianco maggiore ed il Falco di palude. Tutti uccelli protetti che a centinaia trovavano la loro crudele morte in questa ‘Oasi del terrorè». I proprietari dei suoli sono stati denunciati per i reati di abusivismo edilizio, deturpazione ed alterazione del paesaggio, bracconaggio, captazione abusiva di acque pubbliche e mancata custodia di munizioni per armi.

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