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mercoledì, Aprile 24, 2024
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QUALIANO: CORSA FOLLE, INVESTE E UCCIDE IMMIGRATO

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Sull’asfalto c’è il corpo senza vita di un ragazzone di colore. Giace nel sangue, il suo sangue. A lato una Fiat Punto con la carrozzeria completamente distrutta. Venti metri più in là un Mercedes Benz con il parabrezza sfondato. Ancora più avanti, a più di trenta metri dal cadavere, c’è un motorino irriconoscibile. Via Di Vittorio, Qualiano. Tracce di un incidente, dell’epilogo di un investimento spaventoso. Sono da poco passate le cinque del pomeriggio. Un giovane ghanese muore dopo un terribile impatto tra il suo motorino, un F10 Malaguti, e un’auto. Si chiamava Ernest Appiah, aveva compiuto 23 anni lo scorso 13 maggio, da qualche tempo viveva a Giugliano assieme ad alcuni parenti. Per lui non c’è stato nulla da fare, è morto praticamente sul colpo. Chi lo ha investito è un ragazzo di 22 anni, originario di Melito: assieme alla fidanzata stava percorrendo via Di Vittorio a bordo di un Mercedes Benz nuovo di zecca. «Correva come una furia – raccontano i testimoni – Almeno cento chilometri orari». Ernest, secondo la prima ricostruzione della polizia municipale, proveniva da via Salomone in sella al suo motorino senza casco. All’incrocio con via Di Vittorio, all’altezza della cartoleria «Incontro», è stato investito dall’automobile guidata dal giovane di Melito. E’ stato un attimo. Il ghanese è stato sbalzato dal ciclomotore ed è andato a sbattere contro una Fiat Punto bianca parcheggiata davanti alla cartoleria mentre l’F10 faceva un volo di alcune decine di metri prima di cascare al centro della strada. I soccorsi sono stati allertati da alcuni residenti. Sul posto sono arrivati i vigili urbani, i carabinieri della locale stazione, un’autoambulanza del 118. Ma per il ghanese non c’è stato nulla da fare.

Nel giro di pochi minuti si è radunata una folla di conoscenti e curiosi. Sul luogo dell’incidente anche diversi cittadini ghanesi e il papà dell’investitore. Carabinieri e polizia municipale hanno salvato il genitore del guidatore dal linciaggio. Pare che l’uomo avesse sminuito l’accaduto ad alta voce. «“Non è morto nessuno, è solo un extracomunitario”. Così ha detto. Lo abbiamo sentito tutti», hanno poi raccontato diversi testimoni. Difficile l’identificazione della salma: il giovane immigrato non aveva documenti con sé. Sul suo corpo è stata disposta l’autopsia.

In via Di Vittorio scene di disperazione e rabbia. «Per i napoletani la nostra vita non vale nulla. Siamo schiavi, anzi bestie», hanno urlato alcuni ghanesi.

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