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GIUGLIANO: SEQUESTRATE 1250 PAIA DI NIKE FALSE. ERANO DESTINATE AI NEGOZI

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Persino i finanzieri hanno avuto qualche perplessità. La qualità dei materiali e la cura dei particolari era tale da far credere a chiunque che quelle scarpe fossero delle «Nike» autentiche: silver, air, shock e molti altri modelli non ancora commercializzati in Italia. E invece quelle 1250 paia di scarpe rinvenute in un deposito clandestino di Volla, alla periferia della città, non erano affatto originali. La merce, che avrebbe fatturato fino a 100mila euro, è stata sequestrata dai finanzieri del comando gruppo di Giugliano (agli ordini del maggiore Geremia Guercia e del tenente Michele Ciarla) al termine di un’indagine durata diversi giorni, nel corso della quale tre tunisini sono stati denunciati all’autorità giudiziaria.

Gli uomini del nucleo operativo hanno seguito, da Giugliano, le tracce di un’autovettura sospetta che li ha condotti fino ad uno stabile di Volla. All’interno dell’edificio, adibito a deposito, erano stipate alcune decine di grossi scatoloni. All’interno delle confezioni, già imballate e pronte per essere spedite chissà dove, sono state rivenute le 1250 paia di «Nike» abilmente contraffate. «Vista l’ottima qualità dei materiali utilizzati e la cura dei particolari, non è da escludersi che le calzature sequestrate fossero destinate non solo alle bancarelle dei mercati rionali ma anche alle vetrine delle boutique, per essere vendute come originali», dicono gli investigatori. «Negli scatoloni – precisa una nota della Finanza – sono stati rinvenuti anche molti modelli inediti, non in ancora commercio in Italia, a testimonianza del tentativo di anticipare la moda del mercato». Secondo una stima delle fiamme gialle, le scarpe avrebbero prodotto un ingente ricavo al dettaglio, fino a 100mila euro complessivi.

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I detentori della merce – tre persone di nazionalità tunisina ma con regolare permesso di soggiorno – sono stati denunciati a piede libero per vendita di prodotti con marchio contraffatto e ricettazione. Nessuno dei tre, a quanto si è appreso, ha saputo indicare l’origine e la destinazione delle calzature.

Le indagini proseguono al fine di individuare gli eventuali complici ed i canali di approvvigionamento della merce sequestrata. I finanzieri di Giugliano pensano ad un’articolata rete di intermediari con diversi centri di stoccaggio sparsi nell’intero hinterland partenopeo. Un affare che non lascerebbe fuori i clan che dettano legge sui territori interessati.



UF – IL MATTINO 21 GIUGNO 2006

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