Non è stato ancora identificato il suicida che con un balzo due giorni fa si è lanciato contro il treno Intercity Napoli-Roma, che a novanta chilometri all’ora transitava sul binario numero uno della stazione di Sant’Antimo. Il corpo della vittima, non si sa ancora se maschio o femmina, è stato trascinato per circa trecento metri dal convoglio, che si è fermato solo dopo quasi un chilometro. Ed è toccato agli agenti della polfer di Aversa, l’opera di ricomposizione di quello che restata dello sconosciuto, ridotto a brandelli e sparsi per mezzo chilometro sulla massicciata ferroviara. Il macchinista dell’Intercity, ha dichiarato di aver visto quell’ombra sbucare all’improvviso dalla sala d’aspetto della stazione ferroviaria, e nonostante che avesse azionato il forte segnale acustico più di una volta, quando la motrice è arrivata all’altezza dell’edificio della stazione, quell’ombra con un balzo si è lanciata ad un paio di metri dal treno che stava sopraggiungendo. I resti del suicida, presumibilmente un uomo di circa trent’anni, sono stati portati all’istituto di medicina legale del secondo Policlinico, dove verrano eseguiti alcuni esami per cercare di identificare il sesso e l’identità dello sconosciuto. L’Intercity è ripartito solo due ore dopo, al termine dei rilievi degli agenti della polizia ferroviaria.
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