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giovedì, Aprile 25, 2024
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«SI ALLA DICHIARAZIONE DI DISASTRO AMBIENTALE»

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Giovedì sera, in seduta straordinaria, il sindaco di Villaricca Lello Topo ha convocato un consiglio comunale con all’ordine del giorno l’emergenza rifiuti. Lo scopo era quello di rendere più incisiva l’azione congiunta dei comuni penalizzati dal nuovo provvedimento nche a breve porterà sul territorio al confine tra Giugliano, Qualiano e Villaricca, una nuova discarica. A stabilirlo, il commissario per l’emergenza rifiuti Corrado Catenacci. “Istituire un organismo d’azione incisivo che fronteggi l’emergenza e interloquisca direttamente con il ministero preposto” – è stata questa la proposta di Topo in un documento sottoscritto da tutti i consiglieri, di maggioranza e d’opposizione e che già oggi arriverà a Qualiano dove anche Galdiero ha indetto una seduta consiliare straordinaria. Sarà poi la volta di Giugliano ma intanto, continua ad incombere il “pericolo di morte” che la cava di via Ripuaria rappresenta per i residenti. Il sindaco Raffaele Topo, il collega di Giugliano Francesco Taglialatela, quello di Qualiano Pasquale Galdiero, il primo cittadino di Mugnano Daniele Palumbo, e quelli di Marano e Calvizzano, Perrotta e Pirozzi, assieme a consiglieri e assessori, rappresentanti di Legambiente e di coordinamenti spontanei, dopo l’occupazione di mercoledì scorso della cava, hanno allestito un vero e proprio scenario di battaglia al confine del comprensorio. Sul vessillo, campeggia un unico minaccioso slogan: “Disastro ambientale”. Intanto, sembra che neanche il prefetto abbia ascoltato la richiesta di chiusura del cantiere che entro settembre renderà operativa la cava. La Fibe ha già inviato i suoi mezzi a recintare lo spazio e, minaccioso quanto inquietante, all’ingresso della cava un cartello che indica: “apertura nuova discarica, pericolo”. Via Ripuaria è diventata un unico grosso invaso di cave, 600mila metri cubi di capacità ricettiva con i quali confinano la più tristemente nota Sette Cainati, o ancora, quelle dimesse perché abusive, nelle quali fomentava il mercato illecito dei rifiuti che per anni ha trasformato la Regione nella pattumiera d’Italia. Ora, attivisti, cittadini, politici locali e non, associazioni ambientaliste, esperti dell’Asl, danno tutti ragione alla protesta nata lunedì scorso, l’ennesima che trova motivo d’essere in un comprensorio dove le conseguenze dell’inquinamento e dello stress ambientale, si sono tradotte nella diagnosi di centinaia di casi di patologie tumorali ai polmoni. Un territorio che continua a soffrire, un territorio che continua a subire, un territorio che questa volta, sembra intenzionato a portare avanti una protesta destinata forse a non rimanere l’ultima, data la facilità con la quale Catenacci individua nel giuglianese aree sempre nuove per smaltire i rifiuti che si accumulano in periodi di allarmante emergenza. E la frase che rese celebre Catenacci nel 2004: “Mai più un secchio di pattume a Giugliano”, sembra già un lontano ricordo disatteso dalle numerose ordinanze di sottomissione del Giuglianese alle esigenze di smaltimento di tutta la Campania.

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