Agguato all’ex pentito, Centanni nel mirino degli Scissionisti dei Lo Russo: «Ha tirato in ballo troppa gente»

L’agguato a Marianella ai danni di Mario Centanni (ex sodale del clan Lo Russo e nipote di Salvatore ‘o capiton) ha motivazioni tutte ‘interne’ al gruppo che per trent’anni ha retto le sorti criminali di Miano. E’ questa la direzione in cui si stanno muovendo le indagini anche sulla base di quello che lo stesso Centanni avrebbe raccontato agli inquirenti. Chi ha sparato a Centanni lo conosceva bene e soprattutto sapeva le sue abitudini, ecco perchè chi ha azionato il grilletto potrebbe essere qualcuno un tempo a lui molto vicino. Qualche familiare di affiliati che Centanni ha tirato in ballo nelle sue dichiarazioni alla magistratura e che avrebbe fatto intendere così a ‘Bijoux’ (questo l’appellativo di Centanni) che la sua presenza a Miano non era più gradita. Il fatto poi che sia stato esploso un solo colpo di pistola spinge gli investigatori a pensare a un avvertimento più che a volontà di uccidere. Mario Centanni non ha ritrattato le sue dichiarazioni, che quindi restano completamente valide (pure le dichiarazioni rese ai pm della Dda e poi ritrattate spesso sono considerate tali). Ecco perché le ipotesi principali conducono agli scissionisti dei Nappello. Nonostante il forte indebolimento il clan Lo Russo non è scomparso e questo, sommato alle dichiarazioni di Centanni, potrebbero aver esposto l’ex affiliato alla ritorsione di quei giovani che hanno o cercano di ereditare lo scettro del potere di Miano e dintorni. Centanni, interrogato dai carabinieri di Marianella e a dai colleghi della compagnia Vomero, che conducono le indagini, avrebbe raccontato di aver lasciato la località protetta per stare più vicino ai familiari, dichiarazioni attentamente valutate da chi cerca di districare l’intricata matassa della periferia nord.