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venerdì, Aprile 26, 2024
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«CHISCIOTTE E GLI INVINCIBILI»: ERRI DE LUCA PRESENTA IL SUO NUOVO SPETTACOLO

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Da una proficua amicizia possono nascere grandi cose.
Non un semplice monito sentimentalista ma, per Erri De Luca, Gian Maria Testa e Gabriele Mirabassi, è il motivo che ha portato alla nascita di “Chisciotte e gli invincibili”.
I tre venivano da una precedente collaborazione, con “Attraverso” che vedeva coinvolti, oltre che De Luca, Testa e Mirabassi, anche Mario Brunello e Marco Paolini.
Il legame instauratosi in scena e fuori di scena non poteva di certo esaurirsi con questo primo esperimento, tanto che lo scrittore, un giorno, cogliendo tutti di sorpresa, dichiara: « Ho scritto una cosa per Gianmaria e per me, una cantata a due voci ».
Quella “cantata a due voci” era appunto, in nuce, il “Chisciotte e gli invincibili”.
Le due voci sono poi diventate tre, con l’aggiunta di Gabriele Mirabassi. È famosa la prima assoluta in una cucina, intorno al tavolo, chitarra, formaggio, pane e vino.
L’estemporaneità di quella prima rappresentazione, tra amici, ha così entusiasmato i tre da convincerli della validità della scena stessa. Sul palco, quindi, ci sarà un tavolo con del vino per portare anche in palcoscenico quello stesso clima, piccolo e intenso, della cucina.
« Il nostro Chisciotte-spiega Erri De Luca- è una specie di omaggio ai sognatori che non si arrendono, a quelli che si fanno coinvolgere, che non sono mai spettatori passivi di quanto accade. A quei seguaci delle cause perse che proprio in quanto tali sono in fin dei conti invincibili. Invincibili, si dice nello spettacolo, sono i migratori, quelli che attraversano il mondo a piedi per raggiungerci e che non si fanno fermare da nessun campo di prigionia, da nessuna espulsione perché chi va a piedi non può essere fermato. Invincibili sono gli innamorati, sono i prigionieri, sono i suicidi. Invincibile -continua Erri- non è chi sempre vince, ma chi mai si fa sbaragliare dalle sconfitte, chi mai rinuncia a battersi di nuovo».
Lo spettacolo si articola in un prologo, tre quadri (amore, guerra, prigionia) e un intermezzo ed è uno strano miscuglio di musica e parole. Erri ci accompagna e ci guida nell’esplorazione, Gianmaria dà voce a grandi poeti e Gabriele disegna note musicali col suo clarino.
La particolarità sta nel fatto che in questo spettacolo alcune poesie di grandi poeti (Hikmet, Sarajlic, Brecht, dello stesso De Luca) vengono cantate, quasi a restituire alla poesia quell’aspetto popolare, quello spirito militante e incisivo che forse, nelle torri d’avorio della storia abbiamo dimenticato. «A Sarajevo -dice Erri- la gente conosce a memoria le poesie come noi conosciamo le strofe di Orietta Berti. Tra i popoli slavi, la poesia è una parola importante». E ancora: «la poesia è il formato di combattimento della letteratura».
Lo spirito dello spettacolo sta tutto qui.
Alla Galleria Toledo dal 16 al 18 marzo
Informazioni: 081.5646162 – 081.425037

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