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domenica, Maggio 5, 2024
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Amante ammazzata perchè ebbe una figlia dal boss: il capoclan e la moglie a processo

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Lei, lui, l’altra; una situazione fin troppo comune oggi, sembra quasi che vada di moda avere il piede in due scarpe. Ma cosa succede se il traditore è il capoclan Domenico Belforte?
Il boss era sposato con Maria Buttone quando intrecciò una relazione clandestina con Angela Gentile dalla quale ebbe una figlia illegittima; sembrava essersi sinceramente affezionato alla sua amante tanto che, quando fu scarcerato nel ’91, volle riconoscere la paternità della bambina nata al di fuori del matrimonio e prese in affitto un elegante appartamento al centro di Caserta per loro. E’ a quel punto che la Buttone non riesce più a sopportare la vergogna che il marito le ha gettato addosso e

telefonò ad Angela “se non lasci mio marito ti faccio ammazzare”. Ma l’amante regge il confronto, e le dice di rimando “z…, non mi fai paura”, le ultime parole famose: Angela Gentile scomparve nel nulla. Pochi giorni dopo la scomparsa qualcuno telefona sua sorella, che ricevette varie intimidazioni da parte di una voce sconosciuta “Stai zitta, o ti facciamo fare la stessa fine”.

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Dopo 26 anni di omertoso silenzio, ieri qualcosa si è smosso con l’avviso di chiusura indagini per Maria Buttone e per il boss Domenico Belforte, che all’epoca dei fatti furono accusati di essere rispettivamente il mandante e l’esecutore dell’omicidio, per cui il pm antimafia Luigi Landolfi aveva chiesto l’arresto con l’aggravante di metodo mafioso, ma il gip Claudia Picciotti lo respinse, dichiarando che la mafia non ha nulla a che vedere con gli affari di famiglia.
Il 24 febbraio la sorella di Angela ha inoltre raccontato della paura che nutriva la donna, che Belforte la sera della scomparsa chiamava incessantemente per sapere se era rientrata e che addirittura alcuni mesi dopo fu obbligata a consegnare la bambina alla Buttone. La stessa bambina che oggi è una donna e che non pensa che suo padre sia coinvolto nella scomparsa di sua madre: “E’ mai possibile che mio padre volesse il mio male?”; contrasta con queste convinzioni, però, la dichiarazione della sorella di Angela: “Buttone aveva giurato a mia sorella che l’avrebbe fatta sparire dalla faccia della terra” e, secondo lei, due giorni dopo la scomparsa di Angela “Mimì Belforte già sapeva che era morta e mi ordinò di andare a prendere la sua roba dalla casa che aveva fittato per lei e per la bambina, e disse che a breve avrebbe preso con sé nostra nipote” come riporta Il Mattino. Agli atti ci sono anche le dichiarazioni del pentito Michele Froncillo “Mimì Belforte e Mino Musone uccisero Gentile e fecero sparire il cadavere per dare soddisfazione a Maria Buttone”.
Quale che sia la verità, una cosa è certa e a quanto pare vale proprio per tutti: meglio tenere il piede comodo, e in una sola scarpa.

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