Sulla validità del biglietto Unico stanno lavorando in questi giorni le aziende di trasporto che, con l’assessore regionale Ennio Cascetta, hanno avviato un monitoraggio per valutare l’andamento del progetto sull’integrazione tariffaria. Una iniziativa varata lo scorso ottobre, in via sperimentale, su tutta l’area metropolitana per i bus città-provincia. Venerdì mattina – fa sapere l’assessore ai Trasporti – è in programma una riunione con le aziende per fare il punto della situazione ed eventualmente discutere qualche modifica da apportare al nuovo sistema di tariffa integrata. «Anche se – aggiunge Cascetta – l’utenza sembra essere piuttosto soddisfatta: dopo un po’ di perplessità iniziale il numero degli abbonamenti è notevolmente cresciuto, mi pare che i cittadini abbiano cominciato a comprendere i vantaggi del biglietto Unico. Nei prossimi giorni forniremo le cifre che confermano tutto questo».
L’assessore aggiunge che verranno messi sul mercato «altri tipi di biglietti per contribuire ad arricchire l’offerta di Unico». Dunque, potrebbe anche accadere che dopo la sperimentazione e un mare di polemiche, si decida di tornare a dividere la corsa singola dal ticket integrato. Vale a dire che gli utenti che non hanno la necessità di utilizzare due o più mezzi pubblici per arrivare a destinazione potranno tornare a servirsi del solito biglietto da 1.500 lire senza essere costretti a spendere ogni giorno settecento lire in più.
La questione è sempre la stessa: con il ticket Unico perde chi utilizza un solo autobus per raggiungere il centro dall’hinterland: il biglietto costa, infatti, 700 lire in più rispetto a quello tradizionale in quanto offre una gamma di servizi molto più ampia, ma inutile se l’utente non ne usufruisce. Guadagna invece chi utilizza più autobus nella stessa giornata e, grazie ad Unico, ha la possibilità di farlo acquistando un solo ticket da 2.500 lire valido 100 minuti, oppure un biglietto da tremila valido per 20 minuti in più. La formula vincente, ma che ancora non sembra convincere l’utenza, è quella dell’abbonamento, anche in questo caso valido sull’intera rete. Con questo nuovo sistema le cittadine dell’area metropolitana sono state divise in due fasce in base alla distanza chilometrica da Napoli. La prima fascia comprende 14 comuni posti a una distanza non superiore ai 10 chilometri, e sono Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Cercola, Marano, Melito di Napoli, Mugnano, Portici, Pozzuoli, Quarto, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano e Volla. Per il viaggiatore che da questi comuni vuole raggiungere Napoli, il biglietto costa 2500 lire e ha una validità di 100 minuti. La seconda fascia riguarda invece 29 comuni situati a non oltre 20 chilometri dal capoluogo. Eccoli: Acerra, Afragola, Bacoli, Brusciano, Caivano, Calvizzano, Cardito, Casalnuovo, Castello di Cisterna, Crispano, Ercolano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano, Grumo, Marigliano, Mariglianella, Massa di Somma, Monte di Procida, Pollena, Pomigliano, Qualiano, Sant’Anastasia, Sant’Antimo, Somma Vesuviana, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase e Villaricca. L’utente che da questi comuni intende raggiungere il capoluogo, avrà a disposizione un biglietto della durata di 120 minuti con un costo di 3000 lire. L’abbonamento mensile nella prima fascia è passato da 57.500 lire a 55mila lire ed è utilizzabile su tutte le linee della zona del centro. Stesso discorso per i comuni della seconda fascia, con l’abbonamento mensile a 67.500 lire. Invariati invece i biglietti tra comune e comune della provincia.