Il Sistema del Parco Verde di Caivano era attento anche ai minimi particolari tanto che il clan Sautto-Ciccarelli avrebbe creato anche una cassa ad hoc con la quale pagare gli stipendi degli affiliati e le mesate alle famiglie dei detenuti. Dunque tra i portoni degli isolati B 2/6 e A3/3 sarebbero sorte le cosiddette piazze dei carcerati dove è avvenuta la vendita no-stop di cocaina, crack, kobret, hashish e marijuana. La struttura organizzativa è stata ricostruita nell’ultima ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli, Marco Giordano, su richiesta della Dda, che ha inferto un duro colpo al supermarket della droga più grande d’Europa.
I VERTICI DELLE PIAZZE DEI CARCERATI
Luigi Garofalo e Emanuele Sorio avrebbero organizzato e diretto il trasporto della droga dai depositi ai punti vendita al dettaglio. Sotto di loro ci sarebbe stata una schiera di spacciatori-turnisti e di vedette pronte a dare l’allarme alla viste delle sirene delle forze dell’ordine.
Il Sistema del Parco Verde avrebbe previsto anche l’esistenza di alcuni custodi che avrebbero avuto il compito di rifornire le piazze di spaccio durante tutte le 24 ore della giornata. Addirittura, come sarebbe emerso da un’intercettazione telefonica tra due spacciatori, la vendita non si sarebbe fermata nemmeno a Natale.
Dunque Garofalo e Sorio sarebbero stati incaricati, direttamente dal boss Nicola Sattuo, del coordinamento e della gestione generale delle piazze dei carcerati, infatti, si sarebbero occupati, in particolare, dell’approvvigionamento, della raccolta quotidiana degli incassi, della contabilità e del controllo dei pusher. Talvolta al fianco della cupola del clan avrebbero esercitato un rigidissimo controllo sulla contabilità delle piazze e sull’operato dei sottoposti punendo puntualmente ogni sorta di ammanco, errore e di sgarro.
LA GESTIONE DELLE PIAZZE DI SPACCIO
Dunque sia sotto il regno criminale di Ciccarelli che di Sautto, il clan avrebbe mantenuto un suo peculiare modulo organizzativo, infatti, alcune piazze, come quelle dei carcerati, sarebbero state gestite direttamente dall’organizzazione mentre le altre sarebbero state state appaltate ad altri affiliati o gruppi estranei.
Fondamentali per le indagini sono state le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gennaro Masi e Nunzio Montesanto, infatti, il primo ha gestito di una delle più importanti piazze autonome del Parco Verde mentre il secondo è stato il braccio destro di Mario Russo, ras di un’altra delle principali basi. Importanti anche i verbali di interrogatorio rilasciati da Ciro Lobascio, ex ras del clan, e di Antonio Cocci, ex capo-piazza del Bronx.