La IV Sezione della Corte di Appello di Napoli ha confermato l’assoluzione per Vincenzo Coppola – nipote di Francesco Napolitano, boss del clan Mallardo – e per Pietro Giappone, nel procedimento relativo alla contestata estorsione a loro carico contestata e ai danni di una pescheria sul territorio di Qualiano
Il giudice di secondo grado ha infatti rigettato l’appello presentato dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, Sostituto Procuratore Antonella Serio, confermando integralmente il verdetto assolutorio già pronunciato in primo grado.
Secondo la Corte, come sostenuto dai due legali, non sono emersi elementi idonei a sovvertire l’esito dibattimentale precedente, non essendo stata raggiunta la prova del reato estorsivo come delineato nell’imputazione, né risultando dimostrata la sussistenza di condotte tipiche ascrivibili agli imputati, tali da integrare gli estremi della fattispecie contestata.
Vincenzo Coppola era assistito dall’avvocato Alessandro Caserta, mentre Pietro Giappone era difeso dall’avvocato Salvatore D’Antonio. La sentenza pone così un ulteriore punto fermo sull’assenza di responsabilità penale dei due imputati rispetto ai fatti oggetto di contestazione, sancendo – anche in appello – il principio di non colpevolezza.
I fatti risalgono all’ottobre del 2016. Dalle indagini era emerso che Giappone e Coppola si sarebbero presso la pescheria e rivolgendosi ad un dipendente dissero: “mi hanno mandato gli amici di Qualiano, se ci potete mandare qualche regalo…”. La vittima rispose che era solo un dipendente, loro risposero. “Allora riferisci al tuo capo che siamo passati…”. Il dipendente riferì tutto al titolare il quale decise però di denunciare l’accaduto. Da qui le indagini che hanno portato al blitz e al processo che per i due si è concluso con un’assoluzione.


