Assolti per non aver commesso il fatto. Questa la sentenza pronunciata dal Tribunale di Napoli – IV Sezione penale coll. A – nei confronti di Garofano Giuseppe e Pagliuca Salvatore, entrambi appartenenti alla Polizia Penitenziaria in servizio all’epoca dei fatti – anno 2014- presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli. Sulla base delle dichiarazioni dei soggetti internati presso tale struttura, furono avviate delle indagini dagli stessi colleghi degli imputati, che portarono alla formulazione a loro carico di numerose ipotesi di concussione, corruzione furto e lesioni.
In sostanza erano accusati di essersi appropriati o aver sottratto pacchetti di sigarette agli internati e di aver comunque “coperto” un traffico di sigarette all’interno della struttura, nonchè di aver fatto picchiare un internato ritenuto un confidente del comandante e costretto alla ritrattazione coloro che li accusavano. Dopo una lunga trafila giudiziaria, la prima udienza dibattimentale risale al gennaio 2018, che ha visto l’escussione di circa 40 testimoni, tra appartenenti alla polizia penitenziaria ed internati, il tribunale ha posto la parola fine all’incubo vissuto dai due imputati.
La vicenda ha rivestito contorni paradossali. La principale fonte di accusa era costituita dalle dichiarazioni rese da soggetti internati – tutti incapaci di intendere e volere – sul cui contenuto si era ritenuto di costruire l’impianto accusatorio. Il P.M. di udienza, Dott De Roxas, nel corso della sua requisitoria ha severamente censurato il modus operandi adottato nella fase delle indagini, poiché l’escussione dibattimentale dei medesimi testimoni/internati ha finito solo per confermare la manipolabilità di tali soggetti, preoccupati solo di assecondare il loro interlocutore piuttosto che fornire risposte lineari e coerenti coi fatti contestati. Proprio ribadendo e facendo proprie le argomentazioni del P.M. ed evidenziando le numerosissime incongruità del materiale probatorio, nonché una paventata ritorsione nei confronti degli imputati, il difensore di entrambi gli imputati Giuseppe Tuccillo è riuscito ad avere la meglio anche sulla parte civile, rappresentata dall’avv. Marco Cerioni, che invece insisteva per la loro condanna.